(fonte: AGI – Trento, 9 nov.) – I risultati della vendemmia danno migliori soddisfazioni ai produttori viticoli trentini rispetto a quelli dei mercati. Stamani presso la Federazione Trentina della Cooperazione il Consorzio Vini del Trentino, che riunisce tutti i produttori trentini, ha presentato i dati della vendemmia appena trascorsa. vendemmiaLa qualita’ delle uve raccolte e’ stata definita ‘eccellente’. Il totale della produzione di uve raccolte nella recente vendemmia e’ di 1,3 milioni di quintali, con una crescita del 10,2rispetto all?anno precedente.
L?exploit maggiore spetta alle uve bianche cresciute del 12,8rispetto al 4,7% delle uve nere. Il vigneto trentino e’ composta per il 70% da uve bianche, con una produzione 2009 di 905mila quintali, e dal 30% di uve rosse, che corrisponde ad una produzione di poco piu’ di 403mila quintali. Una curiosita’: nel 1990 la situazione era ribaltata, con una produzione di uve nere ben superiore di quelle bianche. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito ad un vero e proprio exploit delle bianche, cresciute di 250mila quintali per merito di chardonnay e soprattutto pinot grigio, a fronte di una sostanziale stabilita’ di produzione delle uve nere. Un dato storico; nel 1990 l?uva di gran lunga piu’ coltivata in Trentina era la schiava, tre volte di piu’ del teroldego.
Adesso la produzione e’ scesa a meno della meta’ del teroldego.
In cima alla produzione di uve bianche c?e’ lo chardonnay (376.287 quintali), seguito da pinot grigio e m’ller thurgau.
Tra le nere il teroldego (102.773 quintali) supera di poco il merlot (101.225). Seguono a distanza cabernet, schiava e marzemino. Cresce anche la superficie vitata, che supera per la prima volta il tetto dei 10mila ettari. Attualmente il valore e’ di 10.140 ettari, 300 in piu’ dell?anno scorso. Prosegue il ridimensionamento del fenomeno novello, che scende sotto il milione di bottiglie (978.200) rispetto al 1.176.000 dell?anno scorso, ed addirittura un milione e 600mila cinque anni fa.
½L?andamento climatico delle stagioni caratterizzato da temperature molto elevate, unito alla professionalita’ degli ottomila agricoltori trentini ?ha ricordato il direttore del Consorzio, Erman Bona- ha consentito un forte contenimento delle malattie tradizionali della vite; uve sane quindi, giunte a giusta maturazione, di eccellente qualita'”.