di Angelo Rossi su Annuario 2010-2011 Fondazione Edmund Mach *

E’ un onore, ma anche un bell’impegno, scrivere di un uomo, anzi, di un grande uomo e maestro di vita prima ancora che di lavoro, qual è Ferdinando “Mario” Tonon.

Mario non sarà solo il suo nome di battaglia durante la resistenza, ma anche il soprannome che gli avevano dato in casa al posto di quello anagrafico che si rifaceva all’Arciduca austriaco: una questione di fede, per una famiglia socialista qual’era la sua.

Ci sono altre parole che potrebbero modernamente caratterizzare il suo profilo: San Michele, Trentino; Antifascista, Confinato, Sindacalista, Consigliere regionale; Diplomato di S. Michele, Ricercatore, Segretario del Comitato Vitivinicolo, della Confraternita e di Udias, Viaggiatore.

Dall’alto dei suoi 92 anni, ottimamente portati, “Mario” Tonon racconta volentieri le sue esperienze, ma con un certo distacco e senza nemmeno quel filo d’enfasi che pure ci starebbe per le molte vicende storiche che lo hanno visto protagonista in prima fila durante la sua lunga vita.

Lo conobbi nell’autunno del 1973 quando lui era all’apice della sua carriera professionale e politica in occasione del Concorso per l’assunzione di un aiutante alla segreteria del Comitato Vitivinicolo Provinciale presso la Camera di Commercio di Trento. Mi è stato maestro e ho avuto il privilegio di subentrargli, non già di sostituirlo, alla guida di quell’Organismo interprofessionale e paritetico fra categorie che per 50 anni plasmò lo sviluppo del settore vitivinicolo.

Nel 1949 ideatore ed ispiratore del novello organismo era stato il cav. Guido Gallo, fondatore e direttore della Cantina Rotaliana di Mezzolombardo. All’epoca, Tonon, che si era già fatto notare dal Presidente Bepi Andreaus per la sua attività in Federterra, venne chiamato alla segreteria del C.V.P. diventandone il motore per ben 5 lustri.

Con una sostanziosa dotazione iniziale di 5 milioni di Lire d’allora, avviò un piano poliennale che

– a livello della produzione prevedeva di censire la consistenza viticola individuandone le potenzialità e formulando indirizzi qualitativi zona per zona. Era la Carta viticola che permise il rinnovo del vigneto trentino con moderne varietà, sulla cui base alla fine degli anni ’60 si cominciò a costruire il sistema delle D.O.C.;

– a livello enologico mirava a condurre un’indagine sulle potenzialità e necessità del comparto;

– a livello della valorizzazione avviava iniziative di propaganda educativa, finalizzata alla promozione del vino trentino in loco, ma anche in città italiane e tedesche con la condivisione sia dei produttori che delle istituzioni e dei consumatori.

Le rilevazioni della Carta viticola – affidate all’Istituto Agrario di S. Michele e materialmente condotte da Tonon e Rebo Rigotti con la collaborazione di 400 esperti viticoli sparsi nei 110 comuni catastali interessati – si conclusero in due anni.

L’indagine enologica fu anch’essa condotta da Tonon e da Carlo Reich e costituì la base per l’ammodernamento delle Cantine, finanziato dalla Regione sulla scorta dell’indirizzo viticolo del C.V.P.

 

Con l’appassionata spinta di Tonon, la promozione del vino locale riuscì fin da subito a conquistare il territorio trentino, allora appannaggio esclusivo dei vini veronesi; puntò molto sulla Mostra dei Vini che – è il caso di ricordarlo – per lunghi anni non ebbe uguali in tutt’Italia se non a Bolzano. Successivamente estese l’azione alle piazze nazionali ed estere, intuendo che era necessario accomunare le indicazioni varietali alle denominazioni di origine, in primis alla DOC Trentino.

Naturalmente l’azione fu possibile per la convinta partecipazione del centinaio di Cantine ed Aziende associate, per i continui corsi di aggiornamento e per i viaggi d’istruzione spesso organizzati da Udias che ebbe per lunghi anni Tonon alla segreteria. Dalle più avanzate regioni d’Italia le visite tecniche spaziarono ripetutamente in quelle d’Europa e, dopo gli anni ’70, verso quelle più progredite d’America e d’Asia. Ad organizzare fin nei dettagli, sempre l’instancabile Tonon che non mancava, alla fine di ogni viaggio, di redigere dotta relazione.

Come idea, l’Unione Diplomati di S. Michele, aveva preso corpo a Malga Juribello nell’estate del 1946 in un incontro fra Bepi Andreaus, Cornelio Galvagnini, Ferdinando Tonon, Giuseppe Zorzi e molti colleghi che decisero l’Assemblea costituente per il 6 gennaio del ’47. Con Andreaus presidente, Tonon resse la segreteria per 25 anni fino al ‘72, quando fu eletto Consigliere regionale.

Udias si propose fin dall’inizio come cinghia di trasmissione fra la gloriosa Scuola Agraria ed il mondo del lavoro dei diplomati, fungendo al tempo stesso da fucina per molti progetti che segnarono lo sviluppo agricolo locale. Fra i tanti, basti ricordare l’introduzione del sistema bordolese di vinificazione, l’idea della “Strada del Vino” e della “Casa del Vino”, lo sviluppo dello spumante classico anche con la nascita di Equipe 5 (degli ex allievi Andreaus, Letrari, Tonon, Turra e Zanetti), l’azione diretta volta a trasformare la vecchia Scuola in Istituto Tecnico Agrario specializzato in viticoltura ed enologia, il riconoscimento prima del titolo di perito agrario per i tecnici della cessata Scuola di S. Michele e poi del titolo di enologo per gli enotecnici.

Con Tonon sempre in prima fila a stimolare con entusiasmo, a mediare con competenza e ad agire con disponibilità.

Una disponibilità che rinnovò anche alcuni anni dopo aver lasciato il C.V.P., quando assunse la presidenza dell’Istituto del Trento DOC, bisognoso di un traghettatore per nuovi lidi.

Non deve essere stato facile, nel convulso periodo dell’immediato dopoguerra e nei tumultuosi anni che segnarono lo sviluppo agricolo trentino, tenere sempre la schiena dritta, quando – nei diversi ruoli – bisognava imporsi per raggiungere obiettivi prefissati. Tonon ci riuscì sempre.

Gli servirono certamente le esperienze severe e drammatiche vissute in gioventù.

Nato a S. Michele il 24 agosto del 1919 da modesta famiglia operaia, si iscrisse nel 1934 alla Scuola Agraria di S. Michele, frequentata allora anche da tale Benito Bernardi, figlio di Benito Mussolini, duce del fascismo. Direttore era l’esimio prof. Enrico Avanzi, diventato poi rettore della Normale di Pisa nel ‘41. Avanzi ebbe un ruolo significativo nella formazione di Tonon e lo volle come collaboratore; la stima fu reciproca. Un giorno il grande agronomo lo chiamò “carciofo” ed un carciofo appare in basso sulla botte che Tonon volle dedicargli nelle storiche cantine dell’Istituto.

L’ottimo risultato scolastico nel ‘37 assicurò a Tonon un posto da tirocinante a S. Michele, ma i suoi sentimenti sociali e politici contro le ingiustizie, contro la guerra in Spagna e contro il fascismo dilagante lo spinsero ad agire assieme ad altri compagni di lotta. Il 28 aprile di quell’anno fu arrestato per volantinaggio e cospirazione, in occasione del transito del Führer Adolf Hitler in treno per Roma. Fu picchiato, minacciato, isolato in cella, sommariamente processato e condannato al confino per 5 anni nell’isola di Ventotene (LT). Nell’imminenza dello scoppio della II guerra mondiale venne trasferito a Miglionico (MT), ma nel ’40 rimesso in libertà vigilata. Al confino

conobbe Sandro Pertini ed altri leader della futura Italia repubblicana: lo avrebbero voluto al loro fianco se Tonon avesse accettato di trasferirsi nella capitale, ma prevalse il suo attaccamento al Trentino ed a S. Michele.

Tornato all’Istituto, infatti, il prof. Avanzi lo assegnò allo sperimentatore Rebo Rigotti col quale instaurò un sincero, proficuo rapporto di collaborazione e di amicizia, coltivato anche durante il servizio militare presso l’11° Reggimento Alpini a Trento. Dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, mentre a S. Michele svolgeva anche il compito di istruttore tecnico pratico agli studenti, sviluppò ed accentuò la sua attività nella resistenza ai tedeschi. Incontrò autentici eroi come Mario Pasi, Giovanni Parolari, Gianantonio Manci, costituì l’unità partigiana “distaccamento Trento” della divisione Gramsci che si distinse nella lotta per la liberazione. Pochi mesi prima della fine della guerra una bomba d’aereo alleato gli spazzò via la casa di S. Michele, luogo della memoria che non dimenticherà mai. Nel ’46 sposò la sua amata Teresina e lasciò l’Istituto per trasferirsi a Trento dove nasceranno i suoi figli Pina, Erica e Claudio. In quegli anni costituì le sezioni del PCI, prima e di Federterra, poi.

Durante la lunga parentesi “vitivinicola” al C.V.P. dal ’50 al ’74 perfezionò il suo impegno politico soprattutto in campo agricolo come Consigliere regionale (’72-’78) cui seguì la nomina nel C.d.A. dell’Istituto Agrario di S. Michele dal 1979 al 1996. Due incarichi legati alla sua professionalità che si rivelò preziosa dopo l’attribuzione alla Provincia di ampie competenze in campo agricolo ed al ruolo crescente nella formazione, ricerca e sperimentazione assegnati all’Istituto.

A distanza di anni si può affermare che la sua moderna visione delle cose ed il suo concreto attivismo gli costarono il posto al C.V.P., perché non si piegò ad un indirizzo politico che mal sopportava un uomo come lui nell’organismo che caratterizzava e condizionava lo sviluppo del settore.

mario tonon 2Anche gli avversari politici dovettero invece convenire sull’impegno che Tonon riservò sempre a S. Michele: dalla legge di ristrutturazione dell’Istituto, al riordino del personale, al sostegno per l’internazionalizzazione e all’aumento del prestigio dello stesso; dall’istituzione del Servizio di Enologia Applicata e cantina sperimentale, alla cantina di spumantizzazione ed all’ampliamento di quella aziendale, ai tirocini abilitanti a Weinsberg, fino al servizio post-scuola di Udias. Ciò per ricordare solo i fatti più significativi.

E’ inevitabile, dovendo riassumere alcuni tratti salienti di una vita così lunga ed intensa, incorrere in omissioni anche importanti per i giovani lettori, emuli dell’ex allievo Tonon, cui sono dedicate queste righe. Basti ricordare, per esempio, il suo ruolo avuto nella genesi di due organismi come la Confraternita della Vite e del Vino di Trento, il più vecchio sodalizio bacchico d’Italia che lo vide socio fondatore nel 1958 e l’Associazione Italiana Sommelier che sempre Tonon contribuì a fondare nel 1967 a Milano.

Molto più completa e prestigiosa sarebbe stata la sua biografia se lui stesso avesse accettato di raccontarla al nipote di suo cognato, quel Tiziano Terzani giornalista e scrittore di fama mondiale che si era offerto ed aveva insistito per scriverla. Tonon ringraziò, ma si schernì. Raccolse, invece, i suoi pensieri per parenti ed amici nel testo: “Non solo ricordi…”

Ai più mancherà così per sempre una narrazione avvincente, ma a moltissimi nessuno toglierà il privilegio di averlo conosciuto e stimato.

Qui puoi scaricare la versione in Pdf

* Un filo rosso per non perdersi
di Angelo Rossi
Vicepresidente UDIAS

2010-2011 – Un Istituto in crescita (97-101)
Edito dal Centro Istruzione e Formazione
dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (TN)
Fondazione Edmund Mach

Didascalie immagini

La prima foto con cui si apre il post è un’immagine d’epoca che ritrae Ferdinando Mario Tonon alla scrivania del Comitato Vitivinicolo Trentino: erano gli anni Sessanta

Le altre foto a corredo del post invece sono recenti e sono tratte dall’Annuario 2010 – 2011 della Fondazione Edmund Mach