L’altro giorno ho incontrato un amico brasiliano, un professore universitario della facoltà di enologia di Rio Grande do Sul. Eravamo a casa mia e ho stappato una bottiglia di Altemasi Pas Dosè, una delle più belle e gustose e piacevoli bottiglie uscite in Trentino quest’anno. Almeno a mio modo di vedere. A mio modo di sentire.

L’amico gaucho strabuzza gli occhi al cielo e poi, dopo l’estasi, mi dice: “Certo che come fate il Prosecco voi trentini non lo fa nessuno”. E allora io giù con lo spiegone, mentre andava una playlst di Caetano Veloso: il Metodo Classico non è un Prosecco. Le uve sono diverse. I territori anche. Ma soprattutto è diverso il metodo. Alla fine il professore ha capito. Almeno mi pare. Comunque di Altemasi Pas Dosè ne abbiamo fatte fuori tre. E quando ci siamo salutati era ormai mattina.

Racconto questo episodio, accaduto qualche giorno fa, per segnalarvi un post pubblicato lunedì dall’amico e maestro Franco Ziliani su Le Mille Bolle Blog. Si tratta di un appello, accorato e sincero, rivolto a tutto il mondo del Metodo Classico italiano, un appello a che, da qui a dicembre, tutti – consorzi, produttori, wine lover e chi ci sta – si uniscano in un’operazione di comunicazione e di contrasto all’egemonia culturale e lessicale del Prosecco. Insomma, metodoclassicisti, tiriamo fuori le palle e facciamo sapere al mondo chi siamo e cosa beviamo.

Trentino Wine Blog, per quel che vale – sempre meno – ci sta. E aderisce convintamente. E Cosimo Piovasco di Rondò pure. 

 E se contro la logica fasulla delle “bollicine” i produttori di metodo classico facessero cartello?