IMG_20140609_221944Poco fa avevo voglia di un Franciacorta. Oh, ogni tanto tradire il territorio fa bene. Anzi, ti fa guadagnare il paradiso. Forse. Quindi mi sono messo di impegno e ho scelto la bottiglia: Bosio Brut, un metodo con una spinta ineccepibile e decisa e una notevole sapidità; chi non lo conosce ancora lo cerchi e lo provi.  Bene, dicevo, preparo la bottiglia, prendo la glacette: è caldo ci vuole il ghiaccio. Ma, cazzo, mi accorgo di averlo finito, il ghiaccio. Il freezer grida vendetta. Beh, poco importa. Infilo i pantaloni – essì perché mi ero già messo in libertà, immaginando una serata quasi solitaria –  e scendo al ristorante sotto casa, che poi è quasi come fosse casa mia. Dietro il bancone c’è Patty. Le dico: “Fammi un favore, dammi un paio di sacchetti di ghiaccio, ché devo preparare la glacette per un Franciacorta“. E lei: “Oddio Cosimo, io te lo do, ma mi sono accorta che è in scadenza. Lo devi usare subito“.   La guardo allibito: “Patty, cosa hai bevuto oggi? Ti sei fatta di qualcosa? Il ghiaccio in scadenza? Ma cosa dici?“.  Lei, più seria che mai, si china, apre lo sportellone del freezer, tira fuori un paio di buste di ghiaccio (ghiaccio – ghiaccio a cubetti da acqua potabile, non ghiaccio secco eh) e me le sbatte sotto gli occhi. Leggo: c’è il numero del lotto e c’è pure la scadenza (novembre 2014). Pago, chiedo scusa a Patty e mando affanculo questa Europa multinazionalistica che è riuscita a burocratizzare anche un cubetto di ghiaccio. Penso di aver fatto bene a non andare a votare l’altro giorno. Preferisco il ghiaccio in scadenza all’europeismo scaduto.

Buon Franciacorta a tutti!