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Rispondendo ad un’interrogazione sullo stato di crisi della Cantina Sociale di Isera presentata alcuni mesi fa dal consigliere leghista Claudio Civettini, l’assessore provinciale (anche) alla Cooperazione Tiziano Mellarini, ha chiarito, finalmente, quale sia il punto di vista della politica sul futuro del vino trentino. Scrivo finalmente, perché, dopo queste parole, la verità non ha più veli. E possiamo metterci, tutti quanti, il cuore in pace.

Provo a sintetizzare il documento, che comunque pubblico integralmente qui sotto.

Quali sono stati i nemici mortali della Sociale di Isera (leggi pure per esteso: cantine di primo grado)?

I nemici sono stati tre: il Marzemino (quindi la politica territoriale attenta agli autoctoni),  il metodo classico (ovvero il desiderio del primo di grado di smarcarsi dal ruolo di centro di raccolta e vinificazione funzionale al business del secondo grado, attraverso una rimodulazione del proprio profilo produttivo, rimodulazione affidata alla produzione un vino di punta e in quantità significative) e infine la pretesa velleitaria di strutturare una rete commerciale autonoma.

Tre errori (riassumibili in due parole: territorio e autonomia) fatali alla coop di Isera (e a tutto il primo grado).

Come uscirne?

Con un Piano Industriale Quinquennale che prevede l’affiancamento della Federazione (leggi Secondo Grado) alla coop.

Una specie di commissariamento.

Morale:

Cantine avvisate, mezze salvate.

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Oggetto: Interrogazione n. 652: Cantina Sociale d’Isera. I sistemi di controllo della
Cooperazione quali conferme e rilievi hanno dato nel tempo?
Con riferimento all’interrogazione in oggetto, si fa presente quanto segue.
Il progetto per la produzione e la commercializzazione di bottiglie a marchio
proprio di Marzemino d’Isera e di spumante Trentodoc avviato nel 2004 dalla Direzione e dal
Consiglio di Amministrazione della Cantina sociale d’Isera, complice anche l’acuirsi della crisi
economica e finanziaria internazionale, evidenziò successivamente dei punti deboli e, in
particolare:
– i risultati attesi per il Marzemino non si rivelarono pienamente soddisfacenti con un
progressivo calo della marginalità e della quantità prodotta;
– la produzione di spumante con metodo classico, necessitando di un lungo tempo per la
maturazione, impose un notevole sforzo in termini di giacenze di magazzino, con la
conseguente necessità di disporre di cospicue risorse finanziarie per sostenere un
investimento di fatto pluriennale;
– la scelta di commercializzare il prodotto in proprio si rivelò infruttuosa con costi superiori
ai ricavi;
– la struttura produttiva della Cantina risultò nel suo complesso eccessivamente costosa. a Federazione trentina della cooperazione, che svolgeva nei confronti della
Cantina la revisione cooperativa e la revisione legale dei conti, già a partire dal 2010, ha
rappresentato formalmente agli organi sociali della Cantina stessa il progressivo
sbilanciamento dell’equilibrio finanziario e patrimoniale; le relazioni di certificazione del
bilancio esponevano «richiami di informativa» nonché, in occasione dell’ultima revisione di
certificazione del bilancio, chiuso al 31 luglio 2013, anche un «rilievo» sulla consistenza del
patrimonio.
I verbali di revisione cooperativa inoltre, già dal 2011, invitavano gli
amministratori della Cantina ad agire in modo da garantire l’equilibrio finanziario necessario
a sostenere le strategie aziendali.
Nei primi mesi del 2014 i soci della Cantina hanno provveduto a sostituire gli
amministratori, nominando un nuovo Presidente ed un nuovo Consiglio di Amministrazione;
a seguire, è stata sostituita anche la Direzione.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione ha chiesto alla Federazione un
affiancamento nel progetto di risanamento della Cantina, che ha portato all’elaborazione di
un «Piano Industriale» quinquennale.
Il rigoroso Piano Industriale 2014-2019 approvato dal Consiglio di
Amministrazione della Cantina individua una serie ben precisa di interventi gestionali,
finalizzati a riportare la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Cantina a
positività nell’arco dei cinque anni, pur con un’importante perdita d’esercizio nel 2014
necessaria per l’iniziale riassetto economico, finanziario, produttivo e commerciale della
cooperativa.
Dalle analisi previsionali sviluppate, dalla determinazione degli organi sociali ad
attuare gli interventi delineati nel Piano industriale e dai primi significativi risultati
conseguiti, si concretizzano le condizioni per traghettare la cooperativa verso un
risanamento economico-finanziario portando l’indebitamento a livelli sostenibili. Il piano
industriale non si propone solamente di assicurare la continuità della cooperativa, ma il
risanamento finanziario previsto è rivolto a garantire un miglioramento delle condizioni
economiche delle aziende agricole dei soci.
A completamento della spiegazione sulla strategia aziendale sollecitata
dall’interrogazione in oggetto, si ricorda che, ai sensi della normativa in materia, l’attività di
vigilanza sugli enti cooperativi aventi sede legale in provincia di Trento è disciplinata dalla
L.R. 9 luglio 2008, n. 5; tale normativa – alla stregua delle disposizioni nazionali – prevede
l’espletamento della revisione cooperativa (cadenza biennale) e la revisione legale dei conti
(cadenza annuale).
La Revisione cooperativa riguarda tutti gli enti cooperativi, indistintamente ed è
finalizzata a verificare il rispetto dei principi e meccanismi di funzionamento che dovrebbero
contraddistinguere una società cooperativa. La revisione legale dei conti, per contro,
interessa solo talune società cooperative, in particolare quelle che superano determinati
limiti dimensionali ed è volta a verificare l’attendibilità/veridicità dei dati riportati nel bilancio
contabile annuale.
La normativa regionale citata prevede, favorisce e promuove la costituzione delle
Associazioni di rappresentanza delle cooperative; esse svolgono principalmente attività di utela, consulenza, assistenza e sviluppo in favore delle cooperative associate; possono
svolgere, tra l’altro – avvalendosi di una propria struttura autonoma riconosciuta dalla
Provincia Autonoma di Trento – tanto la revisione cooperativa quanto la revisione legale dei
conti. L’associazione di rappresentanza, ove svolge direttamente le attività di revisione nei
confronti degli enti cooperativi ad essa associati, è tenuta a comunicare alla competente
Autorità di vigilanza provinciale eventuali gravi irregolarità proponendo, se del caso, i
relativi provvedimenti sanzionatori (affiancamento, gestione commissariale, sostituzione dei
liquidatori, liquidazione coatta amministrativa). Tali provvedimenti sono disposti, ove
ritenuti applicabili, dalla Giunta provinciale.
Nel caso specifico, la Cantina di Isera è un ente cooperativo associato alla
Federazione trentina della cooperazione (unica associazione di rappresentanza operante sul
territorio provinciale); la Divisione vigilanza svolge nei confronti della Cantina tanto la
revisione cooperativa quanto la revisione legale dei conti; tale divisione, a seguito dei
controlli e delle verifiche svolte, non ha rilevato irregolarità da segnalare all’Autorità di
vigilanza provinciale per l’adozione degli eventuali provvedimenti sanzionatori.
Rimane ora in capo all’Associazione di rappresentanza – tramite la propria
Divisione vigilanza – sovrintendere all’attuazione del piano di risanamento, segnalando
senza indugio eventuali gravi irregolarità ai competenti uffici provinciali al fine di attivare un
celere intervento.
Per quanto riguarda infine l’eventuale coinvolgimento dei soci dovuto alla criticità
della situazione, giova ricordare che essi rispondono per le obbligazioni sociali limitatamente
alla quota sociale sottoscritta e possono, tra l’altro, ove ritenessero sussistere una
responsabilità dolosa o colposa in capo agli ex amministratori, agire in giudizio attivando nei
loro confronti una specifica azione di responsabilità.
Con i migliori saluti.
– Tiziano Mellarini –