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COMUNICATO STAMPA nr. 2755

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Trento, 30 ottobre 2014

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I maggiori esperti europei oggi a Trento. Sì alle linee guida per la gestione dei cuccioli

GLI ORSI IN TRENTINO, UN “SUCCESSO DI CONSERVAZIONE”

Il ritorno degli orsi in Trentino è stato un “notevole successo di conservazione, ha portato un valore aggiunto all’ecosistema naturale delle Alpi e potrebbe avere effetti positivi anche sulle comunità locali e l’economia della regione, come dimostrato in altre aree d’Europa dove l’orso è presente”. Lo affermano i maggiori esperti europei che lavorano sugli orsi allo stato selvatico, impegnati oggi a Trento in un meeting presso il Centro avifauna del Casteller dove sono state esaminate, ed approvate, le Linee guida per la gestione dei cuccioli, predisposte dalla Provincia autonoma di Trento con il supporto di ISPRA, autorità scientifica italiana in materia di conservazione e gestione della fauna selvatica e con la condivisione del Corpo Forestale dello Stato.

Linee guida “definite scientificamente affidabili ed efficaci, nonché esaustive”, si legge nel documento discusso con i presidenti del Gruppo europeo di esperti sull’orso bruno dell’IUCN-SCC, Djuro Huber dell’università di Zagabria e Jon Swenson, professore norvegese, che hanno fornito input e suggerimenti e con Georg Rauer dell’Università veterinaria di Vienna. All’incontro di Trento, oggi, c’erano Marko Jonozovic, direttore del Servizio Foreste Sloveno e Fernando Ballesteros Bienzovas, della Fundaciòn Oso Pardo e gli esperti del Ministero dell’ambiente, di ISPRA, del Corpo Forestale dello Stato oltre che della Provincia autonoma di Trento e del Parco Adamello Brenta. Nel documento proposto dagli esperti stranieri anche l’invito all’intera società italiana a “supportare gli sforzi per conservare la popolazione di orsi nelle Alpi, sforzi che devono assicurare la coesistenza tra orsi e persone e nello stesso tempo prestare attenzione al benessere degli animali”.

Nel corso dei lavori è stato comunicato come uno dei cuccioli di Daniza abbia perso le marche auricolari, ma proprio dagli esperti è venuta, concorde, l’indicazione di non procedere ad ulteriori catture per posizionare delle nuove marche: intervento giudicato inutilmente invasivo, in quanto la fase maggiormente critica è stata superata ed esiste la possibilità di usare tecniche alternative di monitoraggio, come i rilevatori fotografici e l’osservazione diretta, sino a fine inverno.

Sempre dagli esperti parole di incoraggiamento e speranza visto che a differenza di quanto avviene in Trentino, in altre parti d’Europa gli orsi stanno scomparendo. Così il caso Daniza, pur sfortunato, può essere l’occasione per recuperare attenzione da parte di tutti e migliorare la collaborazione e l’impegno.