nerodavola
Ogni tanto torno sul tasto dolente dei prezzi delle denominazioni. Di solito mi occupo di cose trentine, è vero. Ma nel resto d’Italia le cose non vanno meglio. Oggi mentre facevo la spesa in un discount – ebbene sì, ogni tanto ci vado anche io – ho adocchiata questa bottiglia: Nero d’Avola 2014 – Marchese Montefusco – IGT Terre Siciliane. Il produttore è una grande, e giovane, coop del trapanese: Cantine Ermes, 5 mila ettari di vigneto e 1200 soci. Etichetta personalizzata con il medagliere internazionale: il bronzo del World Wine Awards di Decanter e l’argento del Concorso Mondiale di Bruxelles. Prezzo euro 2,80.
Non so che vino sia – le due medaglie comunque non sono medagliette da concorso di paese -, la bottiglia la ho comprata ma non la ho ancora aperta. Resta l’amaro in bocca, però, ancora prima di berlo questo vino. Certo il portafogli del consumatore resta intatto e gonfio, ma il territorio – in questo caso la splendida e maledetta terra degli dei – resta a terra. Morto e sepolto. Per due lire. Anzi a meno di tre euro.