vintage teroldego
immagine tratta da 50 di vitienologia – i quaderni dell’enoteca (Tn – Palazzo Roccabruna)

L’articolo di Sergio Ferrari e Giuseppe Michelon pubblicato oggi su VITA TRENTINAMostra vini per chi?” ha il merito di riproporre una questione da non sottovalutare. Non tanto perché la Mostra vini di Trento, assieme a quella di Bolzano, è storicamente la più antica a livello mondiale (che pure sarebbe una moneta da spendere), quanto per quello che essa ha dato negli anni in fatto di evoluzione del settore e di crescita nella cultura del buon bere. Bolzano ha deciso quest’anno che la Mostra-assaggio non s’ha da fare: loro se lo possono permettere visto che i vini Sűdtirol sono una realtà affermata, anche se – a mio parere – meglio avrebbero fatto a riproporla come occasione di dibattito su questioni che anche lì non mancano. Trento è in una situazione molto diversa soprattutto perché, semplificando al massimo, la nostra dimensione produttiva è quantitativamente doppia e qualitativamente percepita come inferiore. Una questione di immagine e notorietà che non si concretizzerà fintanto che a monte non si metteranno le cose a posto, accontentandosi delle liquidazioni annuali delle uve. Discorsi triti e ritriti.
Della Mostra trentina 2016 si sa che si farà, che la sede sarà quella del Roccabruna più altre eventuali e che le date saranno dal 19 al 22 maggio. Incerte sono ancora le modalità di gestione, mentre certo pare il coordinamento delle varie manifestazioni fieristiche sul territorio, affidato alla PAT. Si sa anche, ufficiosamente, che si sta cercando di dare contenuti … presentabili, almeno per evitare le critiche degli anni scorsi, ora che la regia è tornata in mano al Consorzio Vini. Una situazione che rischia di diventare kafkiana dato che gli espositori più prestigiosi non sembrano intenzionati a partecipare fino a che non saranno ristabilite le regole di un armonico sviluppo del settore. Senza di loro la Mostra attirerebbe solo i soliti noti con tanti saluti ai successi sperati. Evidentemente la Mostra, come qualsiasi manifestazione fieristica, dovrebbe presentare i punti più alti dello stato dell’arte, l’orgoglio dei produttori e l’incontro con i consumatori e i loro intermediari.
Non c’è trippa per gatti, sembra doversi concludere con quanto riportato da VITRA TRENTINA. Invece la cornice, almeno quella, potrebbe concretizzarsi con alcune semplici decisioni: la sede sia unica (Roccabruna), perché la dispersione su più sedi ha già dimostrato gravi limiti negli anni scorsi (piuttosto si allunghino i giorni di apertura) e per il personale necessario ci si potrebbe convenzionare con quello del Roccabruna eventualmente integrato da studenti come ai bei tempi. Taglio estremamente professionale, solo vini serviti al tavolo scelti da catalogo, niente musica, casolet e mortandele. Per questi aspetti ludici sono insuperabili i festival e le mostre sul territorio, coordinati dal Consorzio Vini e non dalla PAT che avrebbe di meglio da fare. Chiedo scusa per la franchezza, ma non si può ogni volta ricominciare da zero, quando il problema non sta nella cornice, ma nel quadro, ossia nei contenuti: autori e soggetti da mostrare.

(continua sabato 5 marzo 2016 – MOSTRA VINI 2016: IL QUADRO)