Più qualità e meno quantità. Il coordinamento regionale del Trentino Alto Adige delle Città del Vino, chiedono un ripensamento a Consorzio Vini del Trentino sul tema della produttività in campagna e un approfondimento del carattere identitario e alpino della viticoltura trentina. E lo fanno con un con un documento diffuso oggi alla stampa e in rete. Obiettivo, mobilitare le municipalità trenitine, che il prossimo 30 marzo saranno chiamate ad un’audizione accertativa, affinché chiedano a consorzio vini una revisione delle sue posizioni. Al documento hanno fornito il loro appoggio anche il direttore e il presidente nazionali dell’Associazione, Paolo Benvenuti e Floriano Zambon, e numerose associazioni e personalità trentine (ONAV, Confraternita della Vite e del Vino, Confraternita di Bacco, SKYWINE, Walter Nicoletti, Andrea Aldrighetti, Giuseppe Casagrande, Renato Filippi, Sergio Ferrari, Angelo Carrillo e Guido de Mozzi).

Naturalmente ha dato il suo contributo di idee anche questo blog, la cui storia e le cui opinioni da anni si scontrano con le posizioni resistenti e conservatrici di Consorzio Vini del Trentino. Per questo mi sento di ringraziare, insieme a tutti gli altri, soprattutto il coordinatore e il vicecoordinatore regionali delle Città del Vino, Franco Nicolodi e Federico Secchi, per aver dimostrato, con questo documento, sensibilità e coraggio intellettuale e politico.

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Isera, 21 marzo 2016

PER UNA VITIVINICOLTURA DI QUALITÀ

NOTE E CONSIDERAZIONI SULLA RIFORMA DEL DISCIPLINARE

TRENTINO DOC

[A CURA DI COORDINAMENTO REGIONALE DEL TRENTINO ALTO ADIGE ASSOCIAZIONE NAZIONALE DELLE CITTÀ DEL VINO]

PREMESSA

L’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui è articolazione locale il Coordinamento Regionale del Trentino Alto Adige, riconosce il valore intrinseco del paesaggio vitato, dell’economia della vite e della filiera vino come patrimonio collettivo delle municipalità.

Si richiama il preambolo dello Statuto che recita: “…La tutela della qualità dei prodotti (vino e produzioni tipiche locali) e della qualità del territori (ambiente, paesaggio, qualità della vita), la loro valorizzazione e promozione sono i presupposti imprescindibili per ogni possibile politica di crescita e sviluppo, quindi devono essere punti fondanti dell’azione della pubblica amministrazione e delle imprese”.

Principi ispirativi, questi, che trovano concretezza anche nell’art.3, che impegna l’associazione a operare per: “…sostenere e sviluppare la qualità delle produzioni e dei territori delle città del vino, tramite iniziative e servizi nel campo della tutela, del sostegno allo sviluppo, della promozione e dell’informazione. In particolare, l’Associazione opera per valorizzare e tutelare la vitivinicoltura di qualità, i vitigni autoctoni e antichi, l’architettura e le pratiche di coltivazione tradizionale, il paesaggio, i prodotti tipici locali, evitando il ricorso agli OGM; sensibilizzare e coinvolgere direttamente le persone alla cura, tutela e valorizzazione del territorio come patrimonio comune e bene culturale e identitario”.

Sulla base di queste premesse, il Coordinamento Regionale TAA delle Città del vino, esprime alcune valutazioni di merito sulla bozza di riforma del disciplinare DOC TRENTINO, il cui iter di riforma è iniziato nel 2012 e che il prossimo 30 marzo 2016 sarà oggetto di un’audizione accertativa presso le Municipalità della provincia di Trento.

Il coordinamento regionale del Trentino Alto Adige, dopo un approfondito dibattito interno, ha deciso di condividere queste riflessioni, quali contributo ad un dibattito allargato che consenta di giungere alla costruzione di uno strumento disciplinare che tuteli più efficacemente la vitivinicoltura di qualità, patrimonio e risorsa imprescindibile per lo sviluppo territoriale del Trentino.

CONSIDERAZIONI DI MERITO

A – I PUNTI DI FORZA

La bozza di riforma in esame, amplia lo spettro delle tipologie tutelate alla varietà Schiava (Gentile, Grossa e Grigia). Un passo in avanti che si giudica come estremamente significativo in un’ottica di valorizzazione delle esperienze dell’autoctonismo trentino.

Allo stesso modo, si giudica positivamente la conferma dello strumento delle sottozone, a cui si affida un ruolo fodamentale nella tutela delle esperienze territoriali, riconoscendo alla Valle di Cembra una specificità identitaria che raccorda saldamente il legame fra vitivinicoltura identitaria e territorio. Uno strumento che, a nostro parere, andrebbe esteso anche ad altre zone caratterizzate del Trentino, in particolare alla Valle Lagarina, alla Valle dei Laghi – Alto Garda e al conoide di Roverè della Luna.

Si considera estremamente positivo, anche alla luce delle pratiche enologiche che si sono diffuse negli ultimi anni in Valle Lagarina, il riconoscimento formale, e la rigorosa regolamentazione, della pratica degli appassimenti nella lavorazione delle uve Marzemino.

B – LE CRITICITÀ

Pur riconoscendo l’inclinazione in senso territoriale della bozza in esame, nell’impianto del documento si colgono timidezze di fondo, che meriterebbero di essere superate, perché rischiano di allontanare vieppiù la viticoltura trentina dalle esperienze della viticoltura di qualità che caratterizzano il profilo delle regioni dell’arco alpino, come la Valle d’Aosta e l’Alto Adige. In particolare, si suggerisce un approfondimento rigoroso sul tema della produttività massima in campagna.

Si giudica ancora troppo debole, inoltre, il riconoscimento e la valorizzazione, attraverso definizioni altimetriche rigorose, del carattere di viticoltura di montagna per le produzioni trentine.

Resta sullo sfondo, pur con l’ammissione implicita ai fini dell’arricchimento migliorativo, il tema delle varietà resistenti e degli incroci interspecifici. Un tema, questo, che crediamo andrebbe affrontato con più coraggio.

CONCLUSIONI

Alla luce di queste note, si suggerisce a Consorzio Vini del Trentino un ragionevole ripensamento che, pur mantenendo le scelte positive adottate nella bozza di riforma, scelga senza tentennamenti la strada della tutela della territorialità, da concretizzarsi attraverso lo strumento delle sotto zone diffuse, e della valorizzazione della qualità, allineando la produttività in vigna a quantitativi che traducano in concreto il valore generalmente riconosciuto alla viticoltura alpina e di montagna, come è interpretata in Alto Adige e in Valle d’Aosta.

In questo senso, si invita Consorzio Vini del Trentino ad una revisione delle sue posizioni; una revisione che collochi il percorso di aggiustamento della Doc Trentino in un orizzonte di riforma complessiva del sistema delle denominazione locali, che a differenza del 2012 – incipit della riforma –, oggi si rende ancora più necessaria anche in riferimento all’imminente e probabile entrata a regime della denominazione DOC delle Venezie, capace di attrarre verso di sé buona parte della produzione viticola del fondovalle; una riforma complessiva del sistema che si spinga fino alla valutazione della richiesta di riconoscimento della tutela garantita dallo strumento della DOCG.

HANNO ELABORATO QUESTO DOCUMENTO

IL COORDINAMENTO REGIONALE DEL TRENTINO ALTO ADIGE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTÀ DEL VINO

Coordinatore Franco Nicolodi

Vicecoordinatore Federico Secchi

Consigliere Antonio Gottardi

GLI AMBASCIATORI DELLE CITTÀ DEL VINO

Tiziano Bianchi

Mario Mosna

Carlo Rossi

Nereo Pederzolli

HANNO ADERITO A QUESTO DOCUMENTO

ASSOCIAZIONE NAZIONALE DELLE CITTÀ DEL VINO

Presidente – Floriano Zambon

Direttore – Paolo Benvenuti

CONFRATERNITA DELLA VITE E DEL VINO – Trento

CONFRATERNITA DI BACCO

ONAV Sezione di Trento

SKYWINE QUADERNI DI VITICULTURA

Andrea Aldrighetti – Sommelier Enophilia Wine & Spirit

Angelo Carrillo – Giornalista

Giuseppe Casagrande – Giornalista

Guido de Mozzi – Giornalista

Sergio Ferrari – Giornalista

Renato Filippi – Sommelier

Walter Nicoletti – Giornalista