L’Ape Maia non c’è più. O, almeno, per ora, e per fortuna, è azzoppata. Poco fa il CdA di Cavit ha deciso di uscire dal percorso certificativo SQNPI per il 2016. E di riprendere il discorso nel 2017, su altre basi e con altri presupposti. La notizia era nell’aria da qualche settimana. E negli ultimi giorni era diventata più insistente e sempre più realistica. Venerdì pomeriggio il consiglio di amministrazione di Vivallis aveva deliberato la fuoriuscita unilaterale dal sistema di certificazione. Mettendo in ipotesi anche l’eventuale uscita da Consorzio Vini di Bertagnolli, l’ente che ha voluto imporre, con rigore giacobino e ostinazione irrealistica, il sistema di certificazione ministeriale.
La ragione di questo stop? La ragione non è una, ma sono due. La prima riguarda la complessità e l’onerosità di una procedura imposta dall’alto e a cui difficilmente l’arcipelago frammentatissimo degli oltre 4500 mila soci Cavit, molti dei quali sono micro viticoltori terrorizzati e umiliati dalla burocrazia vinicola, è in grado di far fronte. L’altra ragione, quella che è sempre stata alla base anche delle argomentazioni di Trentino Wine, riguarda il valore effettivo di una certificazione come questa, che mette tutti sullo stesso piano, indistintamente, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, calpestando identità territoriali e differenze delle pratiche agricole e agronomiche della difesa integrata. In nome della mercificazione del vino richiesta dalla GDO internazionale.
La scelta adottata oggi dagli undici presidenti del primo grado cooperativo, è stata una scelta coerente e trasparente. Intelligente e consapevole. Una scelta all’altezza del patrimonio democratico e civile di questo arcipelago cooperativo.
Gli effetti di questa scelta si vedranno nei prossimi giorni. E saranno soprattutto politici. Si riverbereranno su Consorzio Vini, che sul sistema Ape Maia ha investito moltissimo, sul suo presidente, che al SQNPI ha creduto fino alla fine anche contro le evidenze della realtà, e sugli altri soci cooperativi che continueranno a restare dentro il percorso certificativo, Mezzacorona e La-Vis. Ora è troppo presto per capire cosa accadrà. Ma sono convinto che sarà qualcosa di buono. Di molto buono.