Oggi ci sono tre notizie, né buone né cattive, su cui penso valga la pena riflettere.
La prima riguarda le vendite di referenze del Gruppo Mezzacorona registrate lo scorso 9 settembre – Wine Day Aliabà – sulla piattaforma cinese Tmall. Secondo i bollettini ufficiali sono stati venduti dieci mila pezzi in 24 ore, poco più di 400 bottiglie ogni ora. Un numero apparentemente impressionante. E tuttavia nello stesso giorno, pare siano state vendute dal medesimo eshop 100 milioni, diconsi cento milioni, di bottiglie. Di fronte a questo numero oceanico le 10 mila bottiglie trentine scompaiono dall’orizzonte: rappresentano infatti lo 0,01 % del traffico commerciale della piattaforma cinese. Insomma saranno pure stati buoni affari per il gruppo rotaliano e per il re dei mercanti cinesi, ma niente di significativo per il Trentino, la cui narrazione nell’intreccio di questa percentuale infinitesimale scompare senza lasciare traccia.
La seconda notizia riguarda le nuove nomine nel consiglio di amministrazione di Fem – Fondazione Edmund Mach, un colosso para pubblico da 50 milioni di euro di bilancio. Escono per fine mandato, un vecchio amico e collaboratore di Trentino Wine come Angelo Rossi (Udias), uno storico avversario del blog come Luca Rigotti (Gruppo Mezzacorona e Federazione delle coop trentine) e il rappresentante di Coldiretti Oreste Tamanini. Al loro posto entrano Alessandro Bertagnoli (Presidente di Consorzio Vini e di Cantina di Aldeno), Lino Lucchi per Udias e Enzo Franzoi per Coldiretti.
Infine la terza notizia: gli autori della Guida Slow Wine oggi hanno anticipato l’elenco dei Metodo Classico italiani selezionati per il 2017. Nella lista delle super star sparisce la denominazione TRENTO, mentre Franciacorta fa man bassa in tutte le categorie e l’Oltrepò Pavese si merita tre menzioni. Gli slowinisti, che trovano il modo di mettere in evidenza anche la Puglia e il Lambrusco, cercano di riparare a questo torto (vero o presunto) agli spumantisti trentini scrivendo: “Nessun vino di Trento nella lista dei riconoscimenti, ma questo non va letto negativamente: non è spiccata sulle altre nessuna etichetta, ma in generale abbiamo riscontrato un buon aumento qualitativo generale, con le aziende più affermate che garantiscono buona continuità. Segnaliamo come particolarmente interessanti sia il Trento Brut Ris. 2009 che il Trento Brut Madama Martis Ris. 2006 di Maso Martis, Trento Brut di Balter, Trento Brut Perlé 2010 di Ferrari, il Trento Brut Ris. 2010 di Letrari e il Trento Dosaggio Zero Tridentum 2012 di Cesarini Sforza. Discorso a parte per il Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2005, i cui ripetuti assaggi non ci hanno convinto come in passato: probabilmente si è trattato di una “chiusura” temporanea del vino, che pertanto aspettiamo di risentire nei prossimi mesi, per poter riaffermare che si tratta di una delle più grandi espressioni del Metodo Classico in Italia”.
Però, questa esclusione non va letta negativamente. Va bene, cercheremo di leggerla positivamente. Saremo ottimisti.