Alessandro Bertagnoli non è più il presidente di Consorzio Vini del Trentino. Il viticoltore vegano della Sociale di Aldeno, ha rassegnato le sue dimissioni due giorni fa. Poi è partito per l’estero. Dagli uffici di palazzo TuttaFrutta in queste ore, come da consuetudine, non è arrivata alcuna comunicazione; la notizia, però, ha fatto presto ad uscire dalle mura ovattate del palazzo di cartapesta del vino trentino. E pochi minuti fa è stata confermata dallo stesso Bertagnoli: “Sì, mi sono dimesso“. Quattro parole a cui, tuttavia, non è seguita alcuna spiegazione, pur sollecitata.

Eravamo stati facili profeti, un anno e mezzo fa all’indomani della nomina, a prevedere vita difficile al biopresidente della Aldeno, improvvisamente catapultato al vertice del palazzaccio. E, infatti, così è andata: dopo meno di due anni Bertagnoli ha mollato tutto e se ne è andato via.

Sono stati, per lui, senz’altro due anni difficili, in cui ha dovuto fare i conti con un sistema vitivinicolo immobile, dominato da sordi dinosauri oligopolistici. Azzoppato dalla fuga dei vignaioli – che nel frattempo hanno fondato un loro piccolo consorzio – e costretto a  rinunziare alla competenza sulle politiche di promozione territoriale, assegnate tout court alla Strada del Vino e dei Sapori, e quindi declassate alla dignità di una sagra paesana. Ma soprattutto, e questo è capitato negli ultimi mesi, Bertagnoli ha dovuto assistere passivamente al naufragio dello sciagurato marchio SQNPI (Ape Maia), su cui lui aveva scommesso molto, affossato dall’allarme peronospora. Un passaggio, questo, che inevitabilmente, ma ingiustamente, ha trascinato nella polvere – e questa la considero una sciagura –  anche il Protocollo di Difesa Integrata  che regola rigorosamente la viticoltura trentina. Uno dei modelli di sostenibilità agricola più avanzati, e invidiati, del Paese. Messo apertamente in discussione da chi sta lavorando per tornare indietro, per allargarne le maglie e riaprire le porte all’uso di sostanze potenzialmente tossiche.

Le dimissioni di Alessandro Bertagnoli sono maturate in questo contesto; un contesto in cui probabilmente si è sentito lasciato solo. Solo con le sue giuste convinzioni, le convinzioni di chi non è disposto a fare passi indietro sul tema della salubrità e della sostenibilità. Solo con la sua bella barba irsuta. Solo con i suoi capelli al vento . Solo con la sua bella faccia da contadino. Solo con i suoi modi gentili da signore di campagna, coerente e affidabile fino alla fine. E come un signore che ha una parola sola se ne è andato. Via.

E il re, ora, è nudo. Definitivamente.