Si chiude questo fine settimana la lunga tornata assembleare delle cantine cooperative trentine. Domani si riuniranno i soci di La-Vis e Cembra, sabato quelli di Mezzacorona. Entrambe le sessioni sono molto attese. Per alcuni, e diversi, motivi.
L’adunata dei soci della La-Vis, consentirà di capire quali, e quanti, margini di futuro ci siano all’orizzonte di questa cooperativa che sta cercando dignitosamente di risalire la china di una morte (da tanti) annunciata e forse da qualcuno (altrettanti) perfino sperata. Si capirà domani se la stagione da dimenticare degli Zanoni, dei Paolazzi e degli Ercolino, si possa considerare definitivamente, e finalmente, alle spalle.

La direzione di Massimo Benetello sembra aver costruiti i presupposti di una ricostruzione possibile. E lo ha fatto muovendosi discretamente,  esprimento attenzione per i vitigni resistenti, reimpostando il registro di Maso Franch, accentuando le politiche territoriali, cercando il modo per un rilancio del settore spumantistico legato a Cesarini Sforza. Senza strafare, muovendosi dentro un quadro di rigore. Questo il direttore veneto ha portato ai cooperatori lavisani e cembrani durante il suo primo anno di gestione. E almeno come segnali, sono stati tutti segnali positivi.

I numeri veri, quelli del conto economico, del bilancio di esercizio e dello stato patrimoniale, invece, si conosceranno solo domani. E così anche le tabelle di liquidazione dei conferimenti ai soci. Per ora,almeno nella nostra disponibilità, ci sono solo i valori relativi alla remunerazione del Pinot Grigio 2015: fra i 105 e 110 euro. Prezzi ancora al di sotto della media delle altre cooperative che trattano questa varietà, ma comunque un posizionamento oltre la soglia psicologica dei 100 euro, che consente almeno ai contadini di respirare. Il resto, tutto il resto, lo si saprà domani e speriamo di poterlo accogliere positivamente.

Si preannuncia, invece, a rischio di qualche tensione l’assemblea della coop di Mezzacorona di sabato. Si registrano, per ora ancora sottotraccia, malumori diffusi nella base sociale. Le liquidazioni delle uve 2015 si sono fermate sotto le aspettative dei soci. E qualche domanda comincia ad affacciarsi fra gli attori di una base sociale tradizionalmente molto compatta e coesa. E saranno il direttore Maccari e il presidente Rigotti a dover spiegare ai soci, cercando di persuaderli, le ragioni di questa stretta sull’acquisto delle materie prime (uva).

Ma non si fermano qui le obiezioni, ancora solo sussurrate nei corridoi, dell’area dei soci che sabato potrebbe fare la differenza. Le politiche agronomiche severe e rigorose adottate dalla cantina in ossequio religioso del protocollo di difesa integrata, infatti, sono state messe a dura prova, e a dura prova hanno messo i contadini rotaliani, durante la stagione 2016.

Di questo probilmente si parlerà in assemblea sabato a Mezzacorona. E saranno cazzi. Saranno. Forse.