Ma se alla domanda “Lei cosa pensa della forza di gravità?”, un astronauta rispondesse: “Non so, non è un mio problema”, voi cosa pensereste? Io penserei che il sedicente astronauta non è un astronauta. O che l’astronauta non sta tanto bene. Di testa.

Ed è quello che ho pensato oggi leggendo le dichiarazioni del presidente della Strada del Vino e dei Sapori, Francesco Antoniolli,  rilasciate al quoidiano on line Il Dolomiti. Alla domanda del giornalista che osserva “aggiungiamo anche un altro argomento di dibattito: il Doc delle Nuove Venezie e le coltivazioni di pinot grigio che si intensificheranno anche qui in Trentino”, il presidente sulle nuvole risponde: “… Non entro nel merito del Doc delle Nuove Venezie, in quanto queste sono valutazioni e dinamiche prettamente commerciali che spettano alle aziende stesse e al Consorzio dei Vini”.

Che il trasferimento della promozione territoriale dal Consorzio alla Strada, con la complicità dolosa  e irresponsabile dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Trento, fosse un errore madornale, concettuale ancora prima che pratico, lo avevo già scritto e non c’era bisogno di rimarcarlo. Ma, casomai qualcuno non lo avesse ancora capito, a certificarlo, oggi, ci ha pensato il presidente Antoniolli. Che ha dichiarato urbi et orbi ciò che noi tutti già sospettavamo: che l’ente che lui presiede si interessa esclusivamente di farfalle e di castagnate e, per vocazione genetica e scelta politica, non si occupa né di denominazioni né di disciplinari di produzione. Come il sedicente astronauta che non vuole sapere cosa sia la forza di gravità. Per paura di cadere. Di sotto.