I cugini di Michele – Paola Attanasio

L’UVA NERA: CANTO PER UN PASTORE ERRANTE IN TRENTINASIA

Si cercava un libro bullonato di Depero, però il bar chiudeva alle 18.

Bisognava stare attenti perché gli F.D. (Falsi Dadaisti) avevano occupato il Trentino, ripristinando servitù della gleba, jus primae noctis e amenità varie.
Anche il Vino non era immune. Si poteva vendemmiarlo e stoccarlo ma non venderlo.

Forse lo si poteva bere.

I Falsi Dadaisti pensavano di erigere un muro sul Garda con i confini bresciano e veronese e riversarvi dentro tutto il vino prodotto per fare windsurfing.
C’era già pronto anche un consulente americano esperto in Muri e Vallo Tomi.

Serve un capo. Uno chef che guidi la rivolta contro i traditori del Trentino e del movimento svizzero.
Il popolo del trentino si raduna. La folla trentina rumoreggia, ondeggia, serpeggia ed anche scoreggia, ma lo zar non si trova. La folla intona un canto un po’ iniziatico; testo forse un po’ alla Mortandela, ma già denso di vette letterarie altissime:

L’uva, è già nera.
L’aria, è più chiara.
Dove sei? ….Assessoooore… si fa sera.


Nulla, Michele non vede, non provvede, non si ravvede, non intercede.

Seconda strofa urlata, ancora più’ criptica, si accenna al rame vinicolo….!

Rosso di rame
sole nel fiume.
Dove sei? ….Assessoooooooooore si fà sera.

Nulla. Vuoto pneumatico, arendere, aperdere.

Finalmente la folla ha il suo colpo di eugenio: una strofa con il nome in chiaro dell’assessore!

Che sogni fai, Michele mio…?
…che dormi, sotto un cielo di città
in compagnia della tua noia.
Fra gente, che non sa che sia
la poesia, del tuo paese sotto il sole.

A questa dichiarazione (pari forse a quella del mitico Luciano Berio: Al Gran Assessore, carico d’amore)
Michele prende la spada, si lancia, s’indigna, s’impenna, si scotenna e si scatena in un grande rito panico!
Il suo canto fende il Trentino; a sua volta è fesso dal Trentino.

Botti rotte eppur bisogna andar
a conquistare la Rossa Vendemmia…

Trentino Felix, 1 Settembre 3058.