Le gelate di qualche settimana fa devono aver fatto parecchi danni lassù in Trentino, se anche i vostri sempre floridi germogli sembrano ritraersi, vacillare e rinsecchirsi lasciando una flaccida foglia autocritica.
Caro Cosimo, vi scrivo per la prima volta da tanti anni, vi scrivo due righe via mail e non nel blog perché sarei sicuramente andato fuori topic, vi scrivo perché ve lo meritate.
Voi non lo sapete ma da molto tempo leggo tutti gli articoli, di tutti gli autori, con tutti i commenti, su qualsiasi argomento che andiate a descrivere o ad approfondire nel vostro blog: dalla degustazione di un Sauvignon, all’invenzione di una nuova diraspatrice, da un convegno FEM alla presentazione di una cantina molisana. Probabilmente leggerei il vostro blog anche se parlaste solo dei tappi di sughero delle bottiglie che avete bevuto. Li leggo perché mi ci ritrovo spesso o forse perché a volte non mi ci ritrovo per niente; li leggo perché trattano del mondo che amo o forse li leggo solo perché sono scritti bene, rarità non da poco, sotto il profilo ortografico e sintattico. Non è vero, io li leggo soprattutto perché sono succosi anzi succulenti, perché sono – rectius siete – disinteressati, disorientati, svincolati, scorretti, impavidi, ebbri, spericolati.
Ma vengo al dunque, caro Cosimo: io condivido perfettamente le parole della tua amica siciliana. Perfettamente. E non riesco proprio a capire come tu possa paragonare un’anteprima come quella del weekend entrante, o in versione più soft come l’Anteprima Amarone a palazzo della Gran Guardia – solo per citare eventi geograficamente a noi vicini- con la Mostra Vini alla sua ottantesima edizione. Non riesco neanche a capire perché uno come te, che solitamente fa della differenziazione il punto di forza delle proprie argomentazioni (come si potrebbe in caso contrario degustare e raccontare un Cavit dopo un Letrari e viceversa?), vada a paragonare il Veneto al Trentino sotto il profilo della promozione e della presentazione dei prodotti, territori che per caratteristiche ampelografiche, quantità prodotta, varietà, numero di doc/docg, consumatori locali e importatori, situazione economica e, certamente, politico-sociale e molti altri ancora, sono lontanissimi. Ma tant’è.
Io l’articolo, anche con questa punta di isteria gusto senape, me lo sono letto comunque volentieri e anzi, sul punto, mi ha ricordato un tuo analogo exploit per la scorsa edizione della medesima mostra, a te a questo punto molto cara, in un articolo in cui – anche in quel caso, se non ricordo male- anelavi alla necessità o quantomeno all’opportunità di avere un Anteprima anche in Trentino, travolgendo con un tondo “mi sono rotto il cxxxo” anche il seppur talvolta generoso ottimismo di Angelo Rossi. Il quale, come di consueto, notava con nota arguzia un dinamismo nelle logiche in cui la stessa si è svolta, dentro ma soprattutto fuori dal Palazzo. A questo punto non capisco bene se non sopporti la Mostra Vini, che sarebbe come non sopportare la vicina di casa ottantenne che ti conosce e ti saluta sulla porta di casa da 50 anni, oppure ci tieni maledettamente ad avere questa Anteprima Trentino. Sono certo, perché un po’, permettimi, ti conosco, che sia giusta la seconda. E sono certo anche che un giorno ne avremo una, una Anteprima fatta con tutti i crismi, proprio perché maturata sotto tutti gli aspetti e raccolta al momento giusto. Una Anteprima Trentino che susciterà un grandissimo interesse, e qui la tua amica si sbaglia, non solo tra collezionisti dal palato lungo, giornalisti in cerca dell’articoletto nella Costume e Società o feticisti del settore, ma dagli amanti del vino tutti. E ne andrai fiero, caro Cosimo, perché sarà anche merito del vostro blog quando ci arriveremo. Però ci vuole tempo per capire di cosa abbiamo bisogno e come farlo altrimenti, a correre dietro agli altri, si rischia sempre di inciampare e farsi male. Lo sai meglio di tutti noi, il vino è una magia che richiede tempo, tanto tempo, che esso scorra dentro o fuori dalla bottiglia. Sembra immobile, eppur si muove.
Lasciami dirti ancora un’ultima cosa. Abito lontano dal natio Trentino da ormai quindici anni ma nonostante i differenti terreni argillosi che ho attraversato in questi anni il mio cordone ombelicale sociale, la mia casa, la mia vigna, è rimasta saldamente ancorata lassù, ed anzi si è mossa in profondità in quel terreno, per estrarre con sforzo sostanza minerale, sapidità, acqua e nutrimento vitale anche nelle annate più aride. Diversi sono stati gli strumenti per ricercare ed estrarre questa linfa trentina della quale mi nutro e che è parte indispensabile della mia alimentazione culturale, e uno di questi è senz’altro il vostro blog.
Che non vi venga in mente di privarmi anche solo un mese di questa quotidiana delizia o, peggio, di allungare un così nobile taglio bordolese con anche solo una goccia d’acqua.
Con affetto e un ampio sorso di Sangiovese grosso.

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