Il vino fulgido sul palato indugiava inghiottito.
Pigiare nel tino grappoli d’uva. Il calore del sole, ecco che cos’é.
È come una carezza segreta che mi risveglia ricordi.
Brunello di Montalcino Riserva 1977 “Madonna del Piano 13,0% vol. imb. Az. Ag. Valdicava. Tutto mi riconduce al mio primo amore sul vino in questa settimana di approfondimento sul vino Toscano. Atto primo di quattro. Questi vini con giusto 40 anni ti fanno sempre aver un po’ di timore quando si aprono questo però dopo pochissimi minuti era pronto ed aperto al punto del suo massimo splendore. Il ’75 fu un’anno fantastico a Montalcino, il ’76 un’annata orribile, il 1977 fu considerata da 4 stelle e molto regolare con temperature in regola con le stagioni, con qualche pioggia d’estate. Il colore è ancora nel cuore di granato scarico con unghia mattonata. Il maso è elegantissimo ed etereo. L’azienda mi ha detto che aveva in quell’anno un residuo secco attorno al 27 e dei polifenoli notevoli sui 73 che in bocca tornano tutti.
Al naso risulta fine e complesso, delicato ed avvolgente. Ci si diverte molto il goudron, l’anice, il tabacco, foglie secche, la polvere di caffè e una inedita mineralità ferrosa si combinano alla perfezione con un fruttato sussurrato come il ribes e un floreale appena accennato a dare un quadro quasi commovente. Pizzico di china e di soffi di macchia mediterranea. Note di carne frollata, terra bagnata escono in un secondo passaggio nel calice, In bocca i polifenoli sorreggono il vino che risulta armonico e strarordinariamente integro e direi all’apice evolutivo assoluto. Davvero una stupenda impressione in tutti i sensi.
Più che un’abbinamento questo vino concedetemelo, lo dedico dal cuore al mio babbo e alla mia mamma.
“Un vino è eccezionale, quando ci si siede in poltrona, si degusta, si chiudono gli occhi e si vede l’immenso” G. Tachis
Il sommelier, nella mia visione, è un appassionato di vino che dopo aver degustato tanti vini si trova ad un bivio, innanzi a lui, tre strade: “me la tiro” ossia presunzione di sapere tutto, “ingessatura” degustare e valorizzare solo vini blasonati e “continuo a cercare” per conoscere sempre più. Io ho scelto di appartenere alla terza via. All’età di ventun’anni ho avuto, in un giorno di settembre, una folgorazione, inaspettata, davanti ad un calice di vino che mi ha aperto un nuovo immaginario, emozioni a me sconosciute. Ho scoperto che una bottiglia è la sintesi di un perfetto equilibrio fra natura, mano dell’uomo, tecnologia e storia vitivinicola. L’essenza della degustazione diventa espressione di questa conoscenza, creatrice di armonia. Il vino ha la capacità di rendere gli uomini tutti uguali e al pari quando si trovano davanti ad una buona bottiglia da degustare insieme. A volte è proprio il vino che crea questa magia e li rende anche migliori….prosit!!
Raffaele Fischetti – Presidente FIS – Fondazione Italiana Sommelier del Trentino Alto Adige