Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, una nota stampa firmata dal coordinatore e dal vice coordinatore delle Città del Vino del Trentino Alto Adige, Franco Nicolodi e Federico Secchi, e dagli ambasciatori delle Città del Vino, Tiziano Bianchi e Nereo Pederzolli. 

Ciò che in queste settimane sta accadendo nel mondo cooperativo vitivinicolo della Bassa Lagarina, e che costituisce l’esito quasi scontato di un processo decennale di subordinazione dei territori vitati del Trentino, evoca scenari preoccupanti. Forse inquietanti.
Pur lontani dall’intenzione di ingerire nelle dinamiche sociali e gestionali delle due coop che oggi sembrano sotto scacco, Cantina Sociale di Ala e Cantina Mori Colli Zugna, ci sentiamo di esprimere alcune valutazioni di sistema, che offrano una chiave interpretativa.
L’allontanamento forzoso e repentino, avvenuto senza un coinvolgimento preventivo della base sociale, dei vertici direzionali delle due aziende, gravitanti nell’orbita dei giganti trentini dell’imbottigliamento, equivale, a nostro modo di vedere, ad una grave diminuzione dell’autonomia territoriale della viticoltura lagarina. Una ferita a cui presto potrebbero seguirne altre e ancora più laceranti.
Si tratta di storie professionali e aziendali affatto diverse fra loro, ne siamo consapevoli, che tuttavia sembrano rivelare un medesimo disegno politico – manageriale: l’affermazione di un controllo egemonico degli imbottigliatori industriali sui territori lagarini, proprio nel mentre il Basso Trentino a sud di Rovereto, anche grazie alle reiterate rivendicazioni di autonomia identitaria esercitate da queste due aziende, si sta incamminando, pur lentamente e con fra mille difficoltà, lungo un percorso di innovazione e di valorizzazione della viticoltura tradizionale e identitaria.
Per questo ci sentiamo vicini ai due direttori allontanati dai loro incarichi, gli enologi Franco Franchini e Luciano Tranquillini, e auspichiamo che le basi sociali di Cantina Mori Colli Zugna e Cantina Sociale di Ala, sappiano trovare il modo per riprendere in mano le redini del loro destino, rimanendo fedeli ad un’idea e ad una prassi di viticoltura identitaria e territoriale. Utile prima di tutto al Trentino. E alla sua reputazione.

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Franco Nicolodi – Coordinatore regionale delle Città del Vino
Federico Secchi – Vice Coordinatore regionale delle Città del Vino
Tiziano Bianchi – Ambasciatore delle Città del Vino
Nereo Pederzolli – Ambasciatore delle Città del Vino