Il Consorzio del Lessini Durello conquista il Premio Speciale per la Sostenibilità del Challenge Euposia. Buoni risultati anche al concorso dedicato ai vini estremi curato dal CERVIM, il Centro di Ricerche per la viticoltura di Montagna

Comunicato stampa n. 17/2017 a cura del Consorzio Tutela Vini Lessini Durello
Una denominazione che è “Un modello emblematico che unisce la promozione del vino a quella del territorio in cui viene prodotto, ricco di storia, arte e cultura, attento alla Natura ed al lavoro dell’uomo”. Questa la motivazione che ha spinto la giuria del Challenge Euposia, presieduto quest’anno da Riccardo Cotarella, presidente di AssoEnologi, ad assegnare al Consorzio del Lessini Durello il Premio Speciale per la Sostenibilità.
Il concorso enologico, che si è recentemente tenuto all’Hotel Veronesi-La Torre di Verona, giunto quest’anno alla sua decima edizione, è l’unico al mondo dedicato unicamente ai vini spumante prodotti col Metodo classico della rifermentazione in bottiglia e ha visto per questa edizione la partecipazione di oltre 150 campioni, provenienti da undici paesi, e da otto denominazioni italiane.
Oltre al “sistema Lessini Durello” si è distinta nel corso della degustazione l’azienda Gianni Tessari col suo Gianni Tessari, Lessini Durello Doc, “120 Mesi” che ha conquistato il “Severino Barzan’s Award vielles vignes Italia”.
Altra grande soddisfazione per le bollicine berico-scaligere giunge dal Concorso Mondiale dei Vini estremi, curato dal CERVIM, il Centro di Ricerche per la viticoltura di Montagna.
Qui sono state due le aziende che si sono distinte:

Lessini Durello Doc, Durello Metodo Classico Riserva 60 mesi – Sandro De Bruno
Doc Lessini Durello Fongaro Riserva Brut 2010 – Fongaro

Il concorso, le cui premiazioni si sono recentemente tenute al Forte di Bard di Aosta, seleziona i migliori vini frutto della viticoltura estrema con la finalità di promuovere e salvaguardare le produzioni di piccole aree vitivinicole che si caratterizzano per storia, tradizione e unicità, di grande valore ambientale e paesaggistico, dove si coltivano soprattutto vitigni autoctoni. Si tratta di autentiche “isole della biodiversità viticola” che però corrono il rischio di scomparire a causa degli alti costi di produzione.
Vi possono concorrere vini nati da vigneti situati oltre i 500 metri sul livello del mare, con pendenze superiori al 30%, oppure provenienti da vigne su terrazze o gradoni, o vigneti situati nelle piccole isole. Si tratta di una viticoltura marginale, che rappresenta meno del cinque per cento della superficie viticola totale europea, ma che ha delle implicazioni importanti sull’economia, la società, l’ambiente e la cultura di molte regioni e nazioni.
All’edizione di quest’anno sono stati presentati 740 vini, con 306 aziende, provenienti da 15 paesi di tutto il mondo, da Madeira alla Georgia, dalla Palestina all’Argentina. I vini premiati sono stati 220 e nella due giorni di Vins Extremes è stato possibile degustarli tutti al banco d’assaggio dedicato al concorso.