Sopravvissuti alla stanca liturgia laica del tempo profetico, siamo, oggi, la stessa congerie informe di atti mancati di ieri. “Domani” e’ il dio minore degli uomini vuoti da celebrare per il vuoto a perdere dell’impostura del futuro; “domani” è stato un giorno sempre poco credibile, ma necessario ad illudersi che i giorni uguali e la crudele intelligenza del nulla abbiano la fondata ragione del divino e tengano in sé, nascosto, il senso di “essere” nel mondo. Bonne chance?