Un amico enotecaro (bravo) mi racconta della sua entusiasmante esperienza a Viniferaforum (lo scorso fine settimana a Trento Fiere). Mi racconta di vini di grandissima qualità, di giovani vignaioli dal grande entusiasmo. Di un viaggio inatteso ed emozionante fra i vini delle Alpi e del Trentino. Obietto che secondo me il peccato originale di questa iniziativa, per altro meritoria e di valore, è l’esclusione delle Cantine Sociali, quelli che io chiamo vignaioli collettivi.
Gli dico: “Non si può oggettivamente parlare di vino in Trentino senza fare i conti con il mondo della cooperazione. Si rischia l’equivoco, si rischia di imbastire una narrazione falsata e d cantare un canto strabico“. Lui mi risponde: “Ma da dove vieni, su quale pianeta vivi? Il solo vino trentino capace di avere una dignità enologica soddisfacente e di parlare di territorio è quello dei vignaioli, è quello andato in scena a Vinifera“.

Va bene. Forse ha ragione lui. Forse è vero. Io però continuo a pensare , che senza i vignaioli collettivi, il Trentino sia solo un anonimo territorio in cerca di autore. #seguirabrindisi.