di Lorenzo Baratter – Salgo con l’auto pochi chilometri sopra Trento, mentre un temporale estivo annuncia rombando il suo arrivo. Percorro una tranquilla strada che attraversa piccoli borghi, orti e giardini e poi mi ritrovo, all’improvviso, a Monte Terlago.
In pochi minuti, fuggito dalla calura della città e dalle code autostradali, entro in un luogo meraviglioso fuori dal tempo e dallo spazio: Azienda Agricola Bio e Fattoria Didattica Maso Canova
Mi attende Stefania (Ste Ste), che ho conosciuto presentando in giro per il Trentino la mia legge sugli orti didattici. Da tre anni, insieme al marito, gestisce questa piccola realtà che definire azienda agricola sarebbe davvero limitativo. Qui si respirano l’amore per la terra e per la natura: il messaggio che si percepisce ovunque è la ricerca di una continua armonia tra uomo, ambiente, esseri viventi. Una riscoperta salutare.
Dietro c’è un grande lavoro, che però parte da un principio strategico: una cultura umana non può sopravvivere a lungo senza la base di un’agricoltura sostenibile e una gestione etica della terra.
Camminiamo nei campi (con le mie improbabili scarpe laccate da consigliere) e mi sembra di ritornare a scuola – avevo un mastro elementare davvero speciale, a cui sarò sempre riconoscente: Stefania in due ore mi incanta parlandomi di permacultura (“terreni progettati coscientemente in modo da riprodurre gli schemi e le relazioni presenti in natura, in grado di produrre abbondanza di cibo, fibre ed energia al fine di provvedere ai bisogni locali”), di come si possano produrre ortaggi e frutta utilizzando metodi di trattamento alternativi, valorizzando la presenza di insetti e di piante “parafulmine” in grado di “distrarre” gli insetti in modo naturale. Incontro un simpatico gruppo di anatre che vanno ghiotte dei parassiti dannosi per gli orti (le lumache, dolore e lacrime di ogni contadino). Le api danzano tra i fiori del grano saraceno (che adoro e che ahimè, solo recentemente, ho scoperto non essere un cereale).
Ovunque ci sono bambini, che serenamente giocano e imparano: perché qui si organizzano colonie estive molto partecipate, ma è anche fattoria didattica e sociale. Per esempio si lavora la lana delle pecore e si realizzano dei meravigliosi oggetti. Stefania ha inoltre messo a disposizione alcuni terreni per famiglie che salgono quotidianamente dalla città per coltivare i loro ortaggi. Ci sono laboratori sensoriali creativi per bambini e famiglie. Mi fermo a parlare con Damiano Biscossi che effettua interventi assistiti con gli asini: animali pazienti e intelligenti. I risultati sono davvero incredibili (andate sul suo profilo). La collaborazione è con Lav for Life.
Incontriamo tante belle persone che in questo piccolo tempio della natura collaborano con Stefania (si, perché il bello di questi luoghi è che sono delle fucine di idee, dove le persone crescono insieme e fanno rete). Incontro Marina Arer, volontaria dell’Associazione Dolce Vita in Fattoria, l’educatrice Chiara Agostini, Marika Pooli, Irene ed Elisa Zuccati (animatrici volontarie), Aliai Gennara (che si occupa di api) e tanti altri.
Vorrei restare ma devo andare. Il tempo è volato. Mi porto a casa la convinzione che in queste piccole ma preziose realtà si sperimenti un futuro migliore, sostenibile, dove uomo e ambiente si rimettono in gioco reciprocamente per sperimentare armonia e benessere. Il Trentino è ricco di queste eccellenze, che crescono giorno dopo giorno, dimostrando che la nostra terra, la nostra Autonomia, sono in fondo un laboratorio straordinario dove studiare e applicare modelli innovativi di progresso, con regole nuove e nuovi modi d’essere. Grazie!

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