Piemonte, Emilia, Toscana, Puglia e Sicilia: l’Italia del vino produce eccellenze in ogni dove, da Nord a Sud, e fin nelle sue isole meno estese e più remote. È proprio da queste regioni che provengono i vini premiati con gli Autochtona Awards dalla rassegna ‘Autoctoni che passione!’ che si è svolta ieri in occasione della quindicesima edizione del forum nazionale dei vini autoctoni a Bolzano. L’elenco dei vincitori di quest’anno – tra novità e riconferme – esprime un omaggio alla vocazione vinicola di alcuni dei territori italiani più storici e affermati, lasciando nel contempo il giusto spazio a produzioni enologiche di grande fascino, in territori geograficamente delimitati ma molto caratteristici.
La lista dei premiati si apre con una riconferma: il premio Miglior Vino Rosso è infatti andato all’azienda Claudio Alario, già vincitrice nella stessa categoria nel 2017, che quest’anno si è aggiudicata la prima posizione con il suo Valletta Barbera d’Alba D.O.C. 2016. Si resta sempre in Piemonte per il Miglior Vino Bianco, assegnato al Poggio dello Scagno Derthona Timorasso 2016 dell’azienda La Vecchia Posta. Il riconoscimento Migliori Bollicine vede premiata ancora una volta la realtà emiliana Cantina della Volta, che quest’anno ha conquistato il titolo con il suo CDV Brutrosso Lambrusco di Sorbara D.O.C. Spumante Brut Metodo Classico 2016. Dal Nord si passa al Sud: il Miglior Vino Rosato è il Rosarò Salento Negroamaro Rosato I.G.T. 2017 della tenuta Feudi di Guagnano, in Puglia. Per chiudere la rosa dei vincitori, si passa alle isole. Ad aggiudicarsi il riconoscimento del Miglior Vino Dolce è stata l’azienda Salvatore Murana con il suo Martingana Moscato Passito di Pantelleria D.O.P. 2008. Infine, il Premio Speciale Terroir, che come da tradizione incorona l’etichetta che meglio rappresenta l’espressione del vitigno legato al suo territorio di riferimento, è andato quest’anno all’Azienda Agricola Montefabbrello con il suo Aleatico Passito Elba D.O.C.G. 2017.
La degustazione ‘Autoctoni che passione!’ è una prova molto interessante ma nel contempo necessita di grande concentrazione: il nostro compito come giurati è quello di muoverci sul filo della comprensione di vini ottenuti da vitigni molto diversi tra di loro e che rappresentano diverse aree d’origine. Questa è una grande responsabilità” – ha commentato Pierluigi Gorgoni, curatore del premio. – “Tra gli elementi che mi hanno più colpito della selezione di quest’anno, sicuramente i vini dolci, tutti molto rappresentativi del panorama vitivinicolo italiano, e la qualità dei vini delle isole come Elba e Pantelleria, dotati di densità e sfaccettature aromatiche entusiasmanti. Infine, sto notando come i bianchi rifermentati sui lieviti in bottiglia, di anno in anno, siano sempre più numerosi: evidentemente questo rappresenta una tendenza da tenere in considerazione”.
Ricco il panel dei giurati chiamati a raccolta per decretare i vincitori dei premi alla tipicità: Alessandro Franceschini (coordinatore del premio, direttore Viniplus di Lombardia e firma di primarie riviste di settore), Pierluigi Gorgoni (giornalista, enologo e docente della scuola Alma di Colorno), Valentina Vercelli (giornalista de La Cucina Italiana), Jacopo Cossater (giornalista freelance con diverse collaborazioni attive, tra cui Intravino e Grande Cucina), Leila Salimbeni (firma di primarie riviste dedicate al mondo del vino, tra cui Spirito DiVino e Pambianco Wine&Food), oltre ai professionisti di settore Andrea Gaviglio (Vinarius) e Antonio Falzolgher (sommelier AIS Trentino). A completare il team dei giurati anche tre ospiti internazionali: i giornalisti Michal Setka (Wine and Degustation Magazine) dalla Repubblica Ceca, Paul Howard (Wine Alchemy) dal Regno Unito e – come Presidente – Jens Priewe (giornalista con collaborazioni attive con Feinschmecker, www.weinkenner.de, Merum) dalla Germania.

Al termine della rassegna il giornalista internazionale Jens Priewe, Presidente di giuria, ha commentato: “Sono lieto di aver potuto partecipare ad ‘Autoctoni che Passione!’ e di aver avuto modo di scoprire molte etichette interessanti, con tensione e carattere. Credo che un aspetto essenziale per i vini contemporanei, per trovare il proprio spazio nel mercato mondiale, sia il fatto di potersi distinguere con un prodotto unico e speciale. L’Italia su questo aspetto ha tanto da dire e la degustazione di oggi ne è stata una dimostrazione”.