Confesso che sovente me lo chiedo, il perché.

Il perché della mia irrimediabile inclinazione critica, che spesso sconfina nell’odio di classe, nei confronti della governance del vino trentino. E non penso solo a Consorzio Vini che, tutto sommato, è un solo ente di paglia. Una testa di legno. Funzionalmente un utile idiota.

Me lo chiedo, spesso. il perché di questo deragliamento concettuale, di questa deriva personale, di questo naufragio intellettuale. E di solito mi rispondo che forse dipende dalla mia depressione.

Poi mi capita di incontrare mappe enologiche come questa, proposta sul sito di un noto distributore americano.

Il Trentino non esiste. Anzi sì, esiste. Ma si chiama Alto Adige.

E allora penso che sì, il depresso, il naufrago, l’ossessionato, il deragliato, sono io. Ma i cattivi, da odiare, sono gli altri. Perché sono loro i responsabili, consapevoli, dolosi, intenzionali, di questo scempio territoriale. Sono loro quelli da odiare. Con entusiasmo. E con la certezza, etica, di stare dalla parte giusta.