Gli Agrari sono da secoli la bilancia dell’economia di una nazione (danno da mangiare), quelli che si rivoltano ogni tanto (Rivoluzione Francese), quelli che chiedono continuamente di sopravvivere (sussidi di Stato o Regione).
Negli Agrari metto gli agricoltori di pomi e frumento, i macellatori, i trasformatori seri che acquistano nel territorio e non comprano patate in Olanda e suini all’est.
La premessa vuole spiegare perché resto stupito davanti al suggerimento autarchico di un politico nostrano, di riunioni al vertice che danno indicazioni e mai soluzioni come è loro compito istituzionale elettivo, per finire alla infinita ricerca di nuove denominazioni o altro per .. per vendere qualcosina in più.
Il Trentino confuso con l’Alto Adige, aggredito dal Veneto, vive una vita di prodotto modesta, una commercializzazione di auto concorrenza interna con uno scambio economico esterno che definirei giurassico. E il tutto (af)fondato su un offerta turistica che va dal B&B, alle Terme, agli alberghi max 4 stelle. E guai a chi si confonde e beve Prosecco!
In questo panorama – purtroppo abituale per chi ha valutato negli ultimi decenni questi avvenimenti – emergono per fortuna i Giovani Agrari.
Laureati o “studiati”, figli delle precedenti generazioni, stanno prendendo in mano le redini delle grandi o piccole aziende familiari, sapendo bene che il mercato globale non è il supermercatino all’angolo, che essere online non è un sito raramente aggiornato e muto, che vincere un contest vinicolo non significa più nulla.
Apprezzo questi giovani – già maturi per età – come i padri fondatori, davvero pochi, che hanno saputo cambiare le prospettive del nostro trapassato remoto.
Ricordate? “La Grappa Trentina distillata con amore”. Si sono spesi soldi di tutti su quel Tridente e la grappa trentina se la cerchi devi venire in Trentino e poi scoprire che se la compri in cantina costa di più di quella identica al supermercato locale.
Ovviamente proposta con etichetta diversa e il produttore menzionato solo con le sigle di distillazione.
I Giovani Agrari sono la forza e la nuova cultura ma hanno un difettuccio: disertano per noia o mancanza di tempo le politiche riunioni che vogliono tracciare le linee operative del nuovo Risorgimento Agrario Trentino (in sigla RAT).
E così, bene o male, continuano a fare come i genitori: piccola bottega a KM Zero.