Assaggio casuale e piacevolissimo di questo regalo compleannesco (di Matteo) Fontanasanta Foradori 2017 IGT Dolomiti da uve Nosiola lavorate in anfora.

Un assaggio, anzi una bottiglia, che mi ha confermato in un paio di convinzioni.

Intanto che l’approccio di Elisabetta Foradori (ora Agricola Foradori) al vino è sempre originale, di più: singolare. Ogni sua referenza, ogni suo vino esprime sempre un’intepretazione personale, credo non replicabile, del vitigno.

E poi, cosa ancora più importante, questa bottiglia mi ha regalata la certezza che le uve nosiola – unico, esclusivo e non replicabile autoctono diffuso, si fa per dire, solo in alcune zone del Trentino – possono dare origine a grandi vini bianchi. Quello foradorariano, almeno lo è.

Un vino in continua tensione, con un finale lunghissimo che richiama continuamente in bocca un’alchimia di sensazioni fresche e assolutamente eleganti. La scorza di mandarino accarezza il palato con una piacevolezza e una confidenza che raramente ho incontrato.  Il tessuto erbaceo regala sensazioni leggermente speziate, che vanno dal timo al finochietto e si fondono richiami floreali bianchi di gelsomino, su un letto di terra salina. Ma poi torna ancora, ma senza prepotenza, con ancora più eleganza di prima l’agrume che pulisce, rinfresca e invita al prossimo bicchiere.

Acquistabile on line fra i 25 e i 30 euro.