E’ una domenica pomeriggio, metà pomeriggio. Mi siedo al tavolino all’aperto del Circolo Giuseppe Stalin*, in un imprecisato villaggio trentino di 300 anime, aggrappato alla montagna. Sono con un amico e insieme stiamo conducendo una degustazione alla buona, molto buona, di Franciacorta. Girano parecchi bicchieri sul tavolo. Mi passa accanto una coppia di trentenni. Lui, alto, longilineo, elegante in cravatta regimental

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