toblino

“Tutto ciò che è squisito matura lentamente” sosteneva  Schopenhauer, devono esserne convinti anche a Cantina Toblino, dove si custodisce e si tramanda da decenni l’arte di produrre il prezioso nettare della lentezza: il Vino Santo del Trentino. Era il 1965 quando questa neonata realtà produttiva recuperava una tradizione locale che stava scomparendo: la produzione di vino dolce da uve Nosiola,

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  Salendo verso nord dal Lago di Garda in direzione Dolomiti, ad ovest di Trento, si attraversa un territorio fortemente vocato alla coltivazione e alla viticoltura: la Valle dei Laghi. In questo luogo, Cantina Toblino opera dal 1960 producendo una vasta gamma di prodotti nel rispetto della tradizione vitivinicola locale e dell’integrità del suo ambiente tanto da essere in avanzata

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Nei giorni scorsi Bruno Lutterotti è stato confermato alla presidenza di Consorzio Vini del Trentino. Una poltrona su cui ha già fatto un buon rodaggio: un anno fa era diventato presidente pro tempore dopo le dimissioni di Alessandro Bertagnoli, il viticoltore vegano sacrificato dai suoi (l’arcipelago Cavit) sull’altare dell’Ape Maia . Ma Bruno Lutterotti è anche presidente della Cantina Produttori

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Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia Nicolas Bouvier Chi se lo sarebbe aspettato che in una degustazione con altri uvaggi più importanti per tradizione, quello che avrebbe colpito più tutti sarebbe stato una Nosiola. La dimostrazione più lampante di quando un uvaggio può sorprendere e

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Alla fine i più ottimisti si sono rivelati proprio i duri. Spiriti critici come Mario Pojer che da sempre conduce serrate battaglie per un’enologia di qualità in Trentino. Lorenzo Cesconi presidente dei vignaioli deciso nel rimarcare le differenze tra vino “industriale” e vino “territoriale”. Viticoltura di fondovalle e quella di collina. Nessuno però ha eretto muri dopo anni di silenzi

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Trovo  l’intervento di Mariano Giordani sull’Adige  di giovedì 15 giugno al tempo stesso tempestivo e fors’anche già superato dagli eventi. Non c’è dubbio che dopo anni di silenzi e denunce, di proposte e insabbiamenti, di attese e delusioni, il tema del rilancio del sistema vitivinicolo trentino sia tornato d’attualità in queste settimane pre vacanziere. Denunciare l’ennesimo ritardo sui cugini altoatesini è

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“Sedersi attorno ad un tavolo per discutere serenamente, fa bene al dialogo e alla fine si scopre che le distanze non sono poi così distanti”. E’ questo la dichiarazione con la quale Goffredo Pasolli, presidente degli enologi e degli enotecnici trentini, ha chiuso la tavola rotonda di martedì pomeriggio alla Cantina Produttori di Toblino. Un assise degli enologi iscritti alla

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[ Post originale su FormaVino ] – Interessante pomeriggio in compagnia di Lorenzo Tomazzoli enologo della Cantina di Toblino, a parlare della cantina, dalla produzione ai soci passando per la sua storia. Nel 1540 circa, la popolazione di Calavino, Lasino e Madruzzo decise di cedere gratuitamente un’ampia zona paludosa, soggetta a frequenti inondazioni sia dal fiume Sarca che dal lago

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Gira una battuta nei corridoi del vino trentino. Ed è più o meno questa: “Almeno Vinitaly 2016 è servito a qualcosa: a riportare a casa, in Trentino, Carlo De Biasi”. Sì, perché si dice che le trattative per portare alla direzione generale della Produttori di Toblino lo Chef Agronomist di Casa Zonin, siano cominciate proprio nei salottini riservati dei padiglioni

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