Si vive meglio in Veneto o in Trentino? L’esito del recente referendum di Lamon (la piccola comunità del bellunese che vorrebbe passare armi e bagagli al Trentino), appassiona sempre più. Sia a nord che a sud di Borghetto. Ieri su Verona Fedele, settimanale della diocesi scaligera, un bel reportage firmato da Lucia Vesentini, propone un nuovo punto di vista. Quello dei sindaci e degli imprenditori che lavorano a cavallo fra il Trentino e il Veneto, in quella che da qualche anno è conosciuta come la Terra dei Forti. Interviste al sindaco di Avio, Amadori, a quello di Dolce, Luca Manzelli, e a un vignaiolo di origine trentina che però, in controtendenza, ha deciso di investire in Veneto e in Friuli, Albino Armani.
«È vero – attacca Amadori – che il Trentino gode di una fiscalità differente che garantisce che i 9/10 delle entrate vengano ridistribuite in Provincia. Però non bisogna dimenticare che maggiori finanziamenti da gestire significano anche maggiori ambiti di competenza per l’amministrazione locale”. E conclude “non bisogna fare l’errore di ritenere che Lamon desideri passare al Trentino solo per una questione di agevolazioni economiche. L’impressione che abbiamo noi è che Lamon vorrebbe passare dall’altra parte perché probabilmente è poco considerato in Veneto rispetto a località affini, molto valorizzate, che fanno riferimento al Trentino. Ci sembra che il Veneto sia più attento alla pianura rispetto alla montagna mentre il Trentino riserva a questi una forte attenzione. Nelle realtà di confine inoltre bisogna ricordare che gioca un ruolo molto forte la componente culturale. È indubbio che Lamon si senta molto più trentino che veneto”.
Gli fa eco il sindaco di Dolcè: “È riduttivo porre la questione su un piano economico. Esistono delle affinità culturali, storiche e sociali che legano quella zona della provincia bellunese al Trentino”. Dal punto di vista di Dolcè, comunque, il Trentino non è visto come una tentazione: “ci mancherebbe – conclude Manzelli –. Culturalmente siamo veneti e rimaniamo tali. Abbiamo poi un ottimo rapporto con i Comuni del Trentino che ci stanno vicino. Un esempio lo si vede da come si lavora nel settore del vino con un consorzio di tutela, quello della Terra dei Forti”.
Infine la voce di un imprenditore trentino, con interessi in Veneto e in Friuli, Albino Armani: “il Trentino storicamente ha fatto la scelta di promuovere il valore mutualistico. Ne hanno beneficiato in modo evidente le realtà cooperativistiche che hanno avuto uno sviluppo molto forte e che anche oggi possono usufruire di forti finanziamenti. Per quanto invece riguarda il singolo imprenditore, le cose cambiano. Ottenere finanziamenti e agevolazioni non è così facile come per le cooperative, e nel mio caso specifico posso dire che al momento dei lavori per le cantine di Dolcè e di Sequals, Veneto e Friuli hanno concesso dei finanziamenti notevoli. A differenza di Trento”.
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!