Quando il vino finisce sulle pagine di un grande editore e non solo sulle guide che di anno in anno orientano mode e mercati. E’ toccato quest’anno al Rosso San Leonardo. Il bordolese che da venti anni a questa parte ha contribuito a cambiare l’immagine e il volto dell’enologia trentina e Italiana. Prodotto dal Marchese Guerrieri Gonzaga, nella omonima tenuta di Borghetto, l’assemblaggio di vini di Borghetto si è meritato una bella citazione sulle pagine dell’ultimo libro di Davide Cernilli, filosofo del vino e fondatore e condirettore del Gambero Rosso. Nel suo Memorie di assaggiatore di vini (pg. 145, Einaudi, 2006) a proposito dell’inventore, il marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, di questa straordinaria cuvee tutta trentina, Cernilli scrive: “uomo dalla cortesia antica, da giovane ha lavorato come cantiniere da suo zio Mario Incisa della Rocchetta e ha seguito le vinificazioni delle prime annate del Sassicaia a Bolgheri. Poi ha preso in mano l’azienda vitivinicola di famiglia, nel Trentino meridionale, quasi al confine del con il Veneto, sotto il monte Baldo. E li ha inventato un rosso elegante e delicato, che per certi versi somiglia al suo carattere, cha anche il pregio di una longevità notevole, cosa che auguro anche a lui”. Un cammeo e un omaggio ad un vino e al suo inventore che, quest’anno, arrivano insieme ad altri autorevoli riconoscimenti. A partire dall’oscar 2006 per la migliore azienda italiana, assegnato all’inizio dell’estate dall’ associazione italiana sommelier di Roma. Azienda, quella di Borghetto, che si sta imponendo sul mercato internazionale del vino, anche con un altro grande rosso: il Villa Gresti, una suggestionante selezione di merlot al 90% con leggera correzione di uve carmenere che con l’annata 2003, si è meritato per la prima volta i tre bicchieri del Gambero Rosso.