Questa ve la vendo calda calda, prima che la leggiate domani sui giornali (forse), mentre sto mangiando un panino al volo (e bevendo finalmente un trentodoc) in un bar di Trento. Questa sera l’assemblea annuale dei soci di Vivallis (750 conferitori, quasi sei milioni di euro distribuiti ai soci nel 2010, 85 mila quintali d’uva incantinata e 700 ettari coltivati, questo solo per dire che è una delle prime 3-4 sociali del Trentino), si è svolta a porte chiuse. Chiusissime. Anzi blindate. Ai giornalisti e ai fotografi, che pure si erano presentati alla porta per ascoltare e raccontare la relazione del presidentissimo (di tutto) Adriano Orsi, è stato impedito di entrare. Me lo hanno appena confermato un paio di professionisti amici che lavorano per la carta stampata. La stessa cosa accadde lo scorso anno ad Isera e a Nomi. E non portò affatto bene. A proposito di Nomi, oggi ne ho saputa una bella, che vi racconterò nei prossimi giorni. Ma torniamo alla ex Sav di Nogaredo: il presidente Orsi quest’anno, contrariamente alla consuetudine radicata in tutte le sociali trentine (almeno in passato, quando ai giornalisti si facevano ponti d’oro affinché magnificassero le magnifiche sorti progressive della viticoltura trentina), ha fatto sapere che la stampa non ha diritto di partecipare all’assemblea: un gentile funzionario, posizionato all’ingresso come una sentinella, ha comunicato che “questa è una cosa privata”. Ma che bella scoperta. So già quale sarà la lectio ripetuta domani urbi et orbi: le assemblee sociali delle coop sono fatti privati. Come sono fatti privati quelli di qualsiasi azienda. Lo so, lo sappiamo bene. Ma fino ad un certo punto. Fino ad un certo punto. Intanto sono fatti privati di quasi 800 soci e 800 famiglie: e allora diciamo che siamo almeno nel campo del privato-sociale più che in quello privato. Poi, diciamola tutta: saranno anche privati, i fatti, ma sono assai meno private le contribuzioni pubbliche con cui le istituzioni pubbliche hanno foraggiato, e foraggiano, la cooperazione trentina (cosa buona e giusta, per l’amor di Dio). Anche questo, presidente Orsi, è un fatto privato? Facciamo i conti di quanti siano, e siano stati, questi soldi? Avranno pur diritto i contribuenti trentini, e italiani, di sapere come viene speso il loro denaro, o no? Non dico che debba essere riconosciuto loro il diritto di incidere sulle politiche di una coop vitivinicola, ma almeno di sapere. Di conoscere, attraverso i giornali e l’informazione indipendente, come stanno andando le cose. Bene o male che vadano. Nel caso di Vivallis, fra l’altro, pare vadano pure bene. A questo punto, so anche cosa risponderà, ammesso che risponda, il nostro presidente di Tutto: le informazioni ci sono, i bilanci sono pubblici e l’ufficio stampa della Federazione funziona a meraviglia. Vero, funziona a meraviglia, l’ufficio stampa. Ma è pur sempre un ufficio stampa, dovizioso di comunicati stampa, ma di comunicati stampa, appunto. L’informazione è un’altra cosa. A meno che, questo Trentino paludato e iperistituzionalizzato non si sia lasciato definitivamente infettare dall’idea patologica che l’unica informazione buona è la propaganda marchettistica. Quella delle veline impomatate, degli uffici stampa osservanti, dei comunicati stampa “volemose bene”. E dei briefing aperitivistici (inutili quanto generosi) di palazzo Roccabruna (da palazzo Roccabruna in giù), riservati alla stampa. Di solito organizzati per magnificare l’ultima etichetta, l’ultimo successo commerciale e l’ultima guida due-tre-quattro-grappoli-bicchieri-sfere. Questi, presidente Orsi, non sono per caso fatti privati? Estremamente privati. Le etichette, le bottiglie, le medaglie e le menzioni, dico. Sono fatti pubblici questi? Più di un’assemblea sociale? So che è un uomo troppo intelligente e di buon senso, il presidente Orsi, per pensarle sul serio queste cose. Ma così è andata stasera. Le “notizie”, quelle filtrate e diramate dal supremo Ufficio Stampa di via Segantini, invece le leggeremo di sicuro domani. Panino finito, trendoc pure. E finiti anche gli enodeliri, non programmati, di Cosimo. Almeno per questa sera.

Sullo stesso argomento, e la stessa minestra, un post di Cosimo pubblicato in rete giusto un anno fa…