proibizionisteNon si sa più se ridere o se piangere. O se fare le valigie e scappare da questo pazzo pazzo Paese che assomiglia sempre più ad un incubo avvelenato. Oggi sul quotidiano L’Adige, in cronaca di Rovereto, sono comparse una ventina di righe anticipate dal lugubre titolo “Il vino? Un prodotto velenoso” (leggi qui). La cronaca dà conto delle opinioni di un noto consigliere comunale del Pd, celeberrimo per le sue battaglie salutiste, in primis contro alcol e fumo, condotte dalle temute trincee lagarine in cui si preconizzano i contorni della Virtuosa (e noiosa) Repubblica della Salute. Il titolo anticipa e spiega da solo il contenuto della documentata, e peraltro nessuno qui si sogna di metterne in dubbio la veridicità, posizione dell’esponente democratico. Che poi queste siano posizioni democratiche è tutto da vedere. Almeno a mio modestissimo (e incosciente) parere. Perché, mi par di capire, interessate a condizionare e a modificare stili di vita individuali, che questo blog, e chi lo frequenta, invece rivendicano il diritto di difendere e di coltivare. Ostinatamente. E felicemente. Sono opinioni, ancorché  scientificamente ineccepibili, rispettabili alla stregua di tante altre. Ma quando le opinioni, soprattutto se sono sostenute da argomentazioni medico-scientifiche, hanno la pretesa e la velleità di elevarsi a indiscutibile archetipo dirigistico della civile e civica convivenza (democratica), provo un acuto senso di fastidio. Lo stesso che provo quando mi imbatto in chi immagina di agire, con gli strumenti della politica, in nome del “bene generale” o, peggio ancora, del “mio bene”. Un incubo.

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