Si sta velocemente avvicinando a quota 7000 firme – in questo momento sono esattamente 6832 – la petizione on line che chiede il ritiro dal commercio delle due bottiglie farinettiane BollaCiao e Barolo Resistenza.
Un risultato del tutto inaspettato per un’iniziativa nata nelle catacombe enoiche della rete e diffusa con i pochi poveri mezzi di due blogger senza padroni e senza potenti editori alle spalle.
L’idea di provare a costruire un fronte critico che avversi lo stupidario conformista della sinistra enogastronomica renziana, è nato da comuni ragionamenti fra questo blog e l’amico e collega Franco Ziliani (Vino al Vino e Mille Bolle Blog), il cui contributo all’ideazione e alla popolarizzazione di questa petizione è stato sicuramente superiore al mio. Insieme, pur provenendo da culture politiche affatto differenti e da percorsi formativi fra loro tanto diversi, è maturata una comune posizione critica nei confronti del sistema di pensiero e di marketing che ruota intorno a Eataly e al suo patron Natale, detto Oscar, Farinetti. Con Franco ci dividono molte cose e quasi tutti i valori di riferimento, ma ci unisce, credo, una comune visione del vino come filiazione estrema delle autonomie territoriali. Ci unisce, credo, l’avversione naturale e caparbia per il vino come filiazione del marketing industriale. E tutto ciò ci divide dal farinettismo di Farinetti e dei suoi epigoni, politici e giornalistici.
E qui faccio una parentesi. Caro Michele Serra, che nei giorni scorsi su una delle tue sempre più ripetitive e noiose amache quotidiane, hai bollato come “invidiosi” tutti coloro che non aderiscono al farinettismo, hai sbagliato tutto: non c’è invidia almeno da parte mia. E non c’è invidia nelle motivazioni che hanno indotto quasi 7000 italiani a firmare la petizione on line. Prevale semmai un certo senso di disgusto, e di buon senso (anche estetico), rispetto all’uso spregiudicato che Farinetti e i farinettisti fanno di valori condivisi, che meriterebbero, credo, altro destino e altra collocazione rispetto agli scaffali di una GDO, seppure renziana e seppure di fascia medio – alta.
Questo post per ringraziare i tanti amici che fino ad ora hanno aderito alla petizione. E fra tutti faccio il nome del compagno Paolo Burli, segretario generale della CGIL del Trentino, unico, fra i tanti esponenti di sinistra che in questi giorni ho contatto personalmente, ad aver aderito con slancio alla petizione. Trovo sia stato coraggioso e leale, nel deserto raccapricciante e opportunistico delle organizzazioni storiche di sinistra (Arci, Anpi…) che, al contrario, non hanno trovato un briciolo di fegato per dire NO allo spregiudicato marketing del miliardario rosso del Pd. E, allo stesso modo, ringrazio anche il segretario nazionale della Lega Nord del Trentino, Maurizio Fugatti, unico fra i segretari di partito della Provincia di Trento ad aver aderito senza esitazione al nostro invito. A riprova del valore trasversale di questa piccola battaglia, combattuta con pochi mezzi e tanto entusiasmo.
Ora solo un grazie a tutti i sostenitori, in Italia e all’estero, e un appello:
chi non lo ha ancora fatto firmi la petizione e la condivida con i suoi contatti e amici.
Obiettivo 10000 firme entro questa settimana!
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
…sembra che l’ottimista col baffo ora abbia fretta di passar di mano qualche milionata di cerini accesi… Quale migliore strategia quindi se non quella di quotare in borsa (italiana naturalmente…) il suo gioiello all'apice della notorietà dopo l'expo e fare subito un pò di cassa… Come sua consuetudine sono sicuro che saprà fare una buona pubblicità al floating e che sicuramente molti suoi fans della sinistra chic non esiteranno a mettersi in portafolio grossi pacchetti di azioni…. magari acquistandole riscattando il TFR… http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/…
amici giapponesi mi hanno raccontato che Eataly in Giappone sia ormai alla canna del gas, che i giapponesi hanno capito che é un bluff…
Come ha scritto Michele Serra, voi siete solo degli inguaribili invidiosi. Cosa i rode così tanto? Cosa vi disturba così tanto nel successo internazionale del made in italy? Forse solo il fatto che nessuno di voi sia riuscito a fare cio che Farinetti ha fatto? Ma fatemi il piacere!
Sono contento che la sinistra, e non solo la sinistra, cominci a capire meglio ”l’ottimista col baffo”…. Non mi è mai stato simpatico, forse perchè alcuni anni orsono, alcuni contatti in Fontanafredda non me ne parlavano in maniera entusiasta. Forse perché la mia esperienza all’Hamburgeria di Eataly in piazza Solferino a Torino ha a sua volta contribuito a farmi vedere dentro “l’anima” dell’imprenditore… tutto quel packaging da buttare, tutta quella plastica… tanta retorica sui muri e falsa sostanza (McDonald è più coerente e meno inquinante!). Forse perchè la mia visita a Eataly di New York mi ha ulteriormente confermato il modesto spessore in termini di qualità e professionalità del concept. Forse perchè sono prevenuto nei confronti degli imprenditori piemontesi che senza sforzo perpetuano il detto “… falsi e cortesi…”. E altre cosette che mi hanno dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio la sua innata furberia e maestria a ruffianare i conformisti. No, non penso che firmerò la petizione, ho già rivolto il police verso all’uomo da tempo.
Credo sia indecente, indegno, vergognoso mercificare, addirittura storpiandone il nome, simboli sacri di un periodo di lotte per la libertà pagate con eroismo, sangue e morti innocenti, ancor più quando di sacro è rimasto ben poco dopo che la Costituzione, ultimo baluardo di diritti, è stata violentata, vilipesa. Su questa scia il baffuto patron di Eataly credo abbia le capacità di inventarsi un "formaggio di fossa ardeatina" o magari un "prosciutto del partigiano" e perché no un bel "Filu 'e ferru spinato"? Pensi piuttosto a difendere i prodotti della tradizione italiana dalle falsificazioni di altri stati – anche europei – e soprattutto dalla imbecillità dei politici che in Europa fanno fare dell'agroalimentare italiano letteralmente "carne da macello"!
ora e sempre resistenza! A Oscar Farinetti, al farinettismo volgare, al suo complice e compare Matteo Renzi e al renzismo con velleità dittatoriali. Gli uomini liberi, di sinistra e di destra, dicono no a questo sconcio. Grazie a Tiziano, io ho offerto solo un modesto contributo iniziale, con questo articolo di cui sono fiero
http://www.vinoalvino.org/blog/2015/04/un-certo-f…
Forza trentini, date anche voi il vostro contributo a questa battaglia di dignità, di libertà, di decenza!
Gli state facendo pubblicità, oltretutto gratuita.