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L’altro giorno ho pubblicato il testo di una email inviata all’amico Giuseppe, sulla vicenda La Vis.  A quella email è seguito uno scambio di idee e di opinioni, che pubblico qui di seguito. Magari a qualcuno può risultare utile. Magari.

Caro Cosimo, posto che sul tema specifico ci siamo ambedue annoiati, le tue considerazioni m’intrigano e ravvivano un poco il piattume.
E allora, lasciami esprimere qualche ulteriore pensiero seguendo i punti toccati da te:

– resti perplesso perché accusano la federazione che una volta tanto tiene duro: questo mi sconvolge. Tiene duro, Cosimo, con un soggetto che ora è debole (bella forza), ma quello che vorrei evidenziare è che in questo modo Schelfi perpetua un modello sbagliato (su questo siamo d’accordo, neh?), difende il suo apparato e quel che è peggio consegna intonso il modello malefico al suo clone Fraccalossi.
Bada bene: non nego gli errori del gruppo dirigente di oggi e di ieri, ma dico che se si salvasse La Vis, questo primo grado rischia di fare proseliti fra alcuni altri primi gradi.
Semmai Schelfi ha la colpa in tutti questi anni di non aver posto in discussione l’esistenza degli Amministratori Delegati, ai vertici di certe coop: se c’è AD, non c’è più cooperazione, siamo nell’industria. E se dici che è diritto della cooperazione di combattere ad armi pari con l’industria che ha gli AD, allora si mettano tutele ulteriori ai primi gradi senza AD e si considerino quelle con gli AD alla stessa stregua delle industrie dove l’AD paga di persona.

– sul modo trasparente di gestire la cosa, mi resta più di un dubbio: basti pensare ai casini che hanno fatto negli ultimi 10 anni con i controlli sulle coop; sono riusciti a fare peggio della PAT con la discarica di monte Saccon. Schelfi non ha ascoltato nessuno mai, della base, ma solo il vescovo, Dellai e Mezzacorona per il vino (Cavit idee territoriali non ne ha mai avute, quindi non poteva esprimerle);

– duri anche contro le opportunità politiche: come detto, per me non sono duri, ma sono all’ultima spiaggia, è la durezza di chi s’accorge che la diga ha delle crepe (Gios e non solo), e se mollano ora la frana comincia proprio dalle banche del Fraccalossi. Non per nulla cercano di diventare anche loro secondi e terzi gradi col Nordest prima che le banche commerciali alzino troppo la voce sull’allegra finanza delle CR. Anche qui, la Banca d’Italia è come Schelfi: tollera le malefatte delle CR pur di mantenere forte il potere. O sbaglio?

– sono d’accordissimo con te che con i forconi dovevano scendere ben prima, ma questo non toglie che “finalmente” abbiano testimoniato cooperazione vera e meno male che l’acqua gli sta toccando il culo, perché altrimenti avrebbero continuato a stare alla finestra come gli altri 6500 viticoltori. Hai ragione anche quando sottolinei che stanno ancora difendendo Zanoni & C, sbagliando. Vero è che non hanno nemmeno avuto il tempo di pensare ad una alternativa ai vertici e temono di perdere gli asset che considerano ancora indispensabili, ma sono in contraddizione quando sostengono di preoccuparsi loro soltanto(?) delle politiche territoriali;

– quindi concordo anche con te quando dici che il loro futuro è come primo grado puro, senza Girelli, Cesarini Sforza, Ville Cafaggio e Poggio Marino;
ma allora permettimi: torna lo Schelfi &C. che non sono stati in grado (e tempo ne avrebbero avuto a iosa) di allestire un progetto di territorio.

Chiudo dicendoti (se reggi ancora) che a ‘sto punto La Vis è un puro accidente: la partita è ad un livello superiore, e sta nel decalogo che sembra puerile del Gios.

Buona notte, Giuseppe

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No Giuseppe, secondo me questa volta sbagli.
Oggi ai contadini compete l’obbligo di riprendersi la cooperativa e in primo luogo devono trovare il modo di rigenerare la loro classe dirigente.
E’ una questione ancora prima tattica che strategica. Così rischiano di diventare, o di essere già, strumento alla mercé di un potere decadente e ormai decaduto.
Capisco tutto il tuo ragionamento attorno a via Segantini, ai poteri forti, a Schelfi e allo schelfismo. Ma questo è l’obiettivo finale. Ammesso che ai contandini cembrani e lavisani importi questo. E ne dubito.
E ti ribadisco che, a mio modo di vedere, la piazza dell’altro giorno a difesa dell’establishment a non è credibile: sta difendendo un fortino indifendibile.
Cari Saluti
Tuo Cosimo

………………………

Nel mio ragionamento, Cosimo, ci sarà pure qualcosa di sbagliato, lo ammetto. Ancor più facile è che mi sia espresso male o che non abbia dato giusti pesi a cose diverse.
Ovviamente concordo che avrebbero dovuto cacciare i loro dirigenti. Ci mancherebbe.
Ma per cacciare i dirigenti senza mettere a repentaglio la società, avrebbero avuto bisogno di un supporto ben diverso dalla Federazione ed è lì che casca l’asino. Non puoi, Cosimo, sottendere questo passaggio, che nasconde il disegno dei poteri forti. Altrimenti guardiamo al dito mentre si indica la luna…
Concordo con te, ancora ovviamente, che ai contadini di La Vis oggi non importi la riforma coop, ma solo salvare il salvabile.
Azzardo: stamattina potrebbe succedere che Ugo Rossi accordi ulteriore dilazione (al commissariamento) alle CR, anticipandole. Temo di no, questa sarebbe mossa da statista affrancato dal suo passato dellaiano, che mi pare non sia.
In subordine, se oggi le CR di Fraccalossi terranno duro, si andrà allo scontro per il rinnovo dei vertici coop. Buon per Gios.
E allora Zanoni &C. sarebbero fuori gioco.
Successivamente il commissario Girardi venderà/svenderà gli asset per risanare, senza che nessuno possa mettere il becco, seguendo il Piano Pedron.
E vissero felice e contenti, mah…
Saluti
Giuseppe

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Sarà come dici tu….Giuseppe. Ma io penso che ora solo un commissario serio possa rimettere le cose al loro posto. E per quanto ne so la figura indicata ha un profilo alto e affidabile.
Poi arriverà tiro il resto ma  solo poi.