cupola mart

Non mi addentro nell’affascinante e concettosa questione che ruota attorno alla categoria socio-etnologica del Luogo/Non Luogo, applicata ai musei trentini (MUSE e MART). Che lascio volentieri al vicepresidente della Giunta Provinciale, Olivi.

Però trovo pertinente, molto pertinente, chiedersi – come ha fatto ieri il consigliere provinciale civico Claudio Civettini in un’interrogazione al governatore Rossi – a quale categoria di luogo alluda la monumentale e aerea architettura contemporanea incastrata fra i palazzi roveretani di corso Bettini.

È Luogo che si mescola con la roveretanità e che la roveretanità ambisce raccontare, anche attraverso la rappresentazione della filiera agro-alimentare territoriale. O è piuttosto Non Luogo, che si affida alla mercificazione dell’indistinto e alla massificazione delle modalità alimentari. Bella domanda. Che attende risposta dalla politica. La realtà, invece, la sua risposta la ha già data. E non è quella che ci si aspettava. O almeno quella io mi aspettavo.

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Trento, 1 dicembre 2015

 

INTERROGAZIONE

MART “LUOGO DI CULTURA” CON RISTORAZIONE LOW COST? SONO QUESTE LE RICETTE DELLA PROVINCIA PER TRASFORMARLO IN “LUOGO” FACENDOLO CONFLIGGERE CON LA CITTA’?

Qualche giorno fa, il pensiero saccente e illuminato di un Vicepresidente in cerca di applausi, dopo aver affermato che “lui sa ben cosa manca a Rovereto e in primo luogo la tangenziale nord” per poi smentire tutto il giorno dopo a mezzo stampa, ha anche avuto il lampo di genio nell’affermare la definizione dell’ovvio, ossia che il MUSE a Trento è “un luogo”, mentre il Mart non lo sarebbe.

Questo dimenticando che il MUSE nasce all’interno di un complesso che in realtà è un quartiere – quello delle Albere – con costi pubblici da capogiro, mentre il Mart che parte da lontano, rischia anche di far pagare a Rovereto, una causa risarcitoria milionaria, che forse in parte potrebbe servire per coprire buchi contabili di ben altre origini.

Ciò detto, va anche affermato che “i luoghi”, spesso, hanno anche una regia politica, che genera situazioni attraverso programmazioni e ingredienti precisi, che determinano, anche in termini d’immagine, il tipo di luogo e tutto partecipa alla composizione di una immagine che non può che essere consona e coordinata al messaggio che, chi poi gestisce deve o dovrebbe dare.

Al corollario del Mart, esempio, per scelte di non so chi-o meglio che so benissimo-si è voluto dare spazio ad una ristorazione low cost, dove, parlando di prezzi senza entrare nella qualità, sembrerebbe più tipica di una vecchia stazione ferroviaria, ma che non lega certo, nella sua forma, con l’alta proposta culturale che il Mart, come luogo, ma ancor prima come “luogo di cultura”, vorrebbe o dovrebbe darsi, interpretare, comunicare e far vivere alla Città e al mondo intero.

Tutti ricordiamo che spesso il Mart, è accostato a proposte internazionali dove anche la ristorazione “interna”, è in linea con lo spessore della proposta, ma soprattutto con una ristorazione integrata con la città che ospita gli eventi e non certo concorrente come oggi avviene, con la città intera.

Una ristorazione che dovrebbe o potrebbe essere la continuazione di una formula, quella di EXPO2015, che proponga sostenibilità, prodotti a “km 0”, di esclusiva provenienza trentina!

Invece, si coglie la presenza di un ristorante con proposte di pasti low cost, di una cooperativa- salvo smentite – che fa pasteggiare da 5.50 euro a 7 euro tutto compreso, all’interno di quello che dovrebbe essere un tassello importante di Rovereto e di quel Trentino dove gli assessori “predicano” che il turismo e la ristorazione, non deve essere promossa con le svendite o lo svilimento dei prezzi.

Una proposta incredibile, che cancella ogni concorrenza e che crea il vuoto assoluto da parte della città, verso quel complesso che dovrebbe essere sincronizzato e assemblato – come architettonicamente è – proprio con Rovereto e il Trentino innanzitutto.

Una proposta indecente nei prezzi, di cui non si discute dal punto di vista della qualità ma della formula, che sarebbe irrispettosa di ogni sostenibilità di mercato e che contraddice i vari assessori, quando, da anni predicano un turismo di qualità e poi sponsorizzano, nei fatti, scelte scellerate con proposte insostenibili per chi ha costi reali, tasse da pagare.

Una proposta, che sembrerebbe essere tanto mensa universitaria, assolutamente legittima per i nostri studenti, ma che non dovrebbe certo essere la coniugazione di una proposta legata al Mart e alle proposte turistiche della città.

Tutto ciò premesso,

si interroga il Presidente della

Giunta provinciale

per sapere

Quando, attraverso quale bando e con quali obiettivi si è politicamente scelto l’attuale tipo di gestione che offre prezzi low cost con pasti che partono da euro 5.50 a 7.50 tutto compreso, in aperto conflitto con la normale sostenibilità aziendale di ogni realtà di ristorazione presente a Rovereto e in Trentino;

Con quale forma societaria è accreditata l’attuale gestione; quali gli accordi politici di tali scelte, quanti i dipendenti dichiarati e dove sia la sede fiscale dell’impresa;

Se si ritenga consona la proposta e la formula pubblicizzata dall’attuale gestione al contesto dell’alta valenza culturale del luogo e se la scelta nel caso si ritenga sbilanciata nei confronti della città della ristorazione che Rovereto propone, anche in linea con i continui auspici che il Mart e la sua struttura deve-o dovrebbe-legare con la città;

Se si conferma che il turismo e la proposta della ristorazione trentina non deve passare tramite le scelte del low cost e, nel caso, come sia stato possibile tollerare tale conflittualità permanente nel cuore del Mart,mettendo in crisi la sostenibilità aziendale dei ristoratori che ogni mattina, aprendo i loro battenti, hanno già assegnato un carico fiscale non indifferente, spesso accompagnato da affitti o mutui impossibili e conditi con controlli – giusti ma asfissianti – sulla qualità delle merci, dei prodotti, delle provenienze, nonché della tracciabilità dei rifiuti;

Quanti pasti al giorno risultano essere serviti nel salotto del Mart, a quanto ammonta l’affitto del locale e quali i costi dei servizi pubblici che risultano ascritti alla gestione di tale locale, riscaldamento, acqua, gas e luce comprese;

Come politicamente si intende far coesistere tale presenza con la presenza della ristorazione in città, già messa a dura prova dalla crisi imperante e con un contenitore pubblico, quale primo e forse unico concorrente con un prezziario dell’offerta che possiamo definire un “low cost” della ristorazione.

A norma di Regolamento, si chiede risposta scritta.

Claudio Civettini

Consigliere provinciale/regionale Civica Trentina

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