Agricoltura e produzioni locali, le trasformazioni delle aree urbane e rurali e le nuove relazioni tra cultura urbana e mondo agricolo giocano e giocheranno in un prossimo futuro un ruolo sempre più strategico per la sicurezza, la sostenibilità, la sovranità alimentare, la qualità e la specificità dell’offerta, la definizione e l’uso degli spazi, l’etica di cittadini e turisti, la condivisione di conoscenze e del sentimento di appartenenza tra persone che vivono in un territorio.

Tutto ciò merita un’attenta visione ai minimi particolari da parte di tutti gli attori di una comunità, soprattutto degli amministratori, degli abitanti e degli operatori che è necessario recuperino il senso di un forte radicamento a quei territori per riconoscere e valorizzare le risorse intese come beni comuni.

Per parlare di questo, di una nuova reciprocità tra città e campagna e del ruolo dell’agricoltura nella costruzione dell’identità locale e del paesaggio, il 20 aprile p.v. si terrà ad Alcamo (ore 18, presso la Sala del Collegio dei Gesuiti) un convegno dal titolo “Coltivare la città: dal piano regolatore delle città del vino alfood urban planning”, organizzato dall’Associazione Nazionale delle Città del Vino con il patrocinio e la collaborazione della Strada del Vino Alcamo doc. Dopo i saluti del Commissario del Comune di Alcamo Giovanni Arnone e di Calogero Impastato (Sindaco di Montevago, Coordinatore Città del Vino in Sicilia), a introdurre i lavori sarà Paolo Benvenuti,  Direttore generale dell’Associazione Nazionale Città del Vino, mentre ad F. Aurelio Coppola,  direttore della Federazione regionale delle Strade del Vino in Sicilia, spetterà il compito di moderare gli interventi dei relatori, che sono:   Davide Marino (Docente di Economia Rurale all’Università del Molise),   Pietro Columba (Docente di Economia agraria ed estimo dell’Università di Palermo), David Palterer (Docente di Architettura del Politecnico di Milano Polo di Mantova), Gori Sparacino (Presidente Federazione Regionale Strade del Vino e dei Sapori), Aldo Vaccaro (Presidente Cantina Sociale S. Antonio Alcamo), Aldo Viola (vignaiolo del territorio), Vincenzo Cusumano (Ambasciatore delle Città del Vino).

Alcamo sarà la prima tappa di unaroad map che porterà all’introduzione di un ulteriore tema alla metodologia del “Piano regolatore delle Città del Vino” (PRCV), definito nel 1996 e successivamente aggiornato una prima volta nel 2007 con specifici contenuti in tema di paesaggio, misure d’adattamento al deterioramento climatico, aggiornamento delle tecniche per gestire il vigneto, qualità dell’architettura rurale e dei riflessi che tutto ciò ha sul governo del territorio, e una seconda volta, nel 2011, sulle fonti di energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico, biomasse) e sull’uso del suolo rurale. L’Associazione ha, infatti, affidato al Prof. Marino la messa a punto di un nuovo capitolo del PRCV dedicato proprio all’Urban Food Planning, cioè la pianificazione economica del cibo al livello urbano (inteso come area vasta, non come singolo comune): una visione strategica di grande respiro e impatto, che si realizza attraverso la creazione di circuiti economici basati sulla produzione e il consumo di cibo locali e finalizzati a generare mercati autosostenibili, stimolare la microimprenditorialità,  salvaguardare e valorizzare i caratteri distintivi dei paesaggi agrari. Un tema oggi di grande attualità,  non solo e non tanto per le polemiche suscitate a Firenze sul cibo locale, ma soprattutto per le ricadute di sviluppo economico e sociale che ne potrebbero derivare in termini di salvaguardia della salute umana e ambientale, crescita dell’identità culturale, tutela della comunità contro gli atti di violenza e di criminalità diffusi maggiormente nelle aree degradate, restituzione della giusta dinamicità alle aree periferiche, rafforzamento di quel ruolo multifunzionale dell’agricoltura  che tanta utilità può apportare alla società.