Dunque, attraverso il processo di fusione delle municipalità, è stata espropriata la democrazia territoriale e comunitaria di oltre 60 comuni trentini. E sono state poste, e consolidate, le basi di un regime verticalizzato che riduce gli spazi e le occasioni di democrazia nei territori e nelle periferie di valle.
L’alibi usato dalla tecnocrazia, e dalla politica succube dei tecnocrati, per ridurre e umiliare le forme di autogoverno territoriale era, ed è, soprattutto quello della spending review.
Ora scopriamo che il risparmio previsto in dieci anni è di un milione di euro. In dieci anni. Per sessanta comuni. Un risparmio previsto di meno di 2000 euro all’anno per ogni Comune. Comune che però non c’è più.
(i numeri sono stati forniti da Piazza Dante)
Clap, clap, clap al centro sinistra autonomista che ha impostro questo strupro violento alla democrazia e al territorio. E clap, clap, clap ai loro capibastone locali, insediati nei municipi e che ne hanno eseguito gli ordini.
#seguirabrindisi #nofusionicoop