Dunque, l’incubo sta per finire: a fine mese, il 30 agosto, a Verona si terrà la riunione accertativa propedeutica al via della nuova DOC Pinot Grigio delle Venezie, che quindi, se tutto andrà per il verso giusto, potrebbe essere operativa già dalla vendemmia di quest’anno.
Ho già avuto modo di scriverlo in passato e lo ripeto: questa nuova DOC, se usata bene, può essere una manna dal cielo per il Trentino. Perché libera la DOC territoriale (il castello varietale e zonale della DOC TRENTINO) dall’incubo del Pinot Grigio industriale e crea le condizioni per una ristrutturazione profonda del sistema vitivinicolo locale.

L’introduzione della nuova super doc fascettata, infatti, in Trentino certificherà in maniera finalmente aperta e definitiva la distinzione fra viticoltura di fondovalle e viticoltura di collina e pedemontana. Una ristrutturazione che indurrà inevitabilmente ad una rivisitazione degli equilibri geopolitici interni al potere vinicolo provinciale. Spingendo ad un avvicinamento oggettivo fra vignaioli individuali e vignaioli collettivi (cantine sociali)  e sollecitando gli industriali cooperativi (Nosio e Cavit in primis) a definire puntualmente la loro vocazione industriale.

Per questo, penso si tratti davvero una buona notizia. Che si può attribuire in buona parte anche al Trentino, che pure detiene una quota minoritaria (3000 ettari) degli oltre 20 mila ettari di cui si compone la nuova super doc. E’ un buon risultato che si deve all’ostinazione, alla lungimiranza e alla paziente capacità diplomatica di Albino Armani, l’imprenditore trentino con interessi anche in Veneto e Friuli, che presiede l’associazione temporanea di impresa che ha gestito questo processo. Lo si deve all’impegno   quasi quotidiano dell’assessore all’Agricoltura della PAT, Michele Dallapiccola. E anche, in buona parte, ad un ruolo di regia attribuibile nei fatti al Gruppo Mezzacorona. Meno, forse, al pachiderma Cavit, che in tutta questa partita, è sempre rimasto in seconda fila, dando più l’impressione di stare a guardare, con meno convinzione degli altri.