Summa 2017

Anche quest’anno ho avuto l’onore, oltre che il grande piacere di essere presente a Summa, l’evento organizzato da Alois Lageder presso la sua sede a Magrè in Alto Adige.
Evento che a me, noto orso misantropo, è parso molto mondano ed estremamente internazionale. A tavola eravamo seduti in cinque, cinque di cinque nazionalità differenti, dagli Stati Uniti al Messico, passando per la Svezia e, naturalmente, l’Italia. Ho dovuto dar fondo al mio inglese, per farmi capire e per comprendere. Inutile dire della raffinatezza dei piatti proposti dagli chef stellati invitati da Lageder e dell’eleganza dei vini in abbinamento. Quello che intendo sottolineare è la possibilità, dimostrata in questo caso, di realizzare un evento dal taglio raffinatamente international,  pur mantenendo le proprie radici e le proprie caratteristiche. Summa è la dimostrazione, a mio vedere, della reale possibilità di creare territori che dialogano, costruendo insieme, ma mantenendo ognuno le proprie peculiarità.
Melville scrisse che ci vuole una buona dose di Seneca e di Stoici, per passare da maestro di scuola a baleniere, ma che tale transizione è possibile. In Sudtirolo lo hanno già fatto, tanto, tanto tempo fa quando, hanno incernierato il concetto di Heimat nella loro terra e nelle loro persone e hanno saputo guardare all’agricoltura anche come un fatto politicamente significativo. Sarebbe divertente vedere anche le nostre (trentine) comunità ragionare in tale guisa, ma temo non abbiamo ancora una classe dirigente in grado di comprendere concetti così. Ultima citazione: uno dei miei filosofi preferiti, WittgensteinSi potrebbe fissare un prezzo per i pensieri. Alcuni costano molto, altri meno. E con che cosa si pagano i pensieri? Credo con il coraggio.