Mister Google ieri sera mi ha segnalato la versione on line di un mio articolo, firmato insieme all’amico Federico Secchi, pubblicato un anno fa su La Spada di Damocle rivista mensile di Fratelli d’Italia.

Mi pare sia ancora piuttosto attuale e così lo ripropongo

Quando si evoca il concetto di territorio, si rischia facilmente di scivolare sul terreno minato degli equivoci. E’, infatti, una di quelle categorie descrittive in cui si stratificano una molteplicità di significati e di allusioni semantiche. La tentazione è, soprattutto e prevalentemente, quella di considerare il territorio come un unicum indistinto, come un’astrazione concettuale – contenitore, che prescinde dalle relazioni umane e sociali che si sviluppano all’interno del contesto e che si traducono in rapporti di forza in continua evoluzione.

Un fraintendimento di fondo che genera a cascata numerosi equivoci, fra cui l’enunciazione del superamento delle naturali conflittualità e competitività degli attori individuali e collettivi che agiscono all’interno del contesto e che insieme, nel moto di un processo dialettico permanente, contribuiscono a costruire la sintesi di una dimensione identitaria…..

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