Lorenzo Cesconi, presidente dei Vignaioli del Trentino

Si stanno svolgendo in questi giorni, presso la Prima Commissione del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, le consultazioni in merito al bilancio di previsione della PAT 2018-2020. il Consorzio Vignaioli del Trentino ha inviato un documento che è stato distribuito nella giornata di oggi, in occasione dell’audizione delle associazioni di categoria: un documento che punta a evidenziare, pur con la necessaria sintesi, alcune azioni che i Vignaioli ritengono necessarie per il settore vitienologico trentino.
Incentivi per sostenere la nascita di nuove aziende: i territori vitivinicoli più vocati e blasonati hanno una media di un imbottigliatore ogni 5 – 10 ettari vitati. In Trentino questo rapporto è di circa 1 ogni 70 ettari, doppio anche rispetto all’Alto Adige. Il Consorzio Vignaioli è convinto che solo aumentando il numero delle aziende che svolgono al proprio interno l’intero ciclo produttivo il “sistema Trentino” possa recuperare il gap venutosi a creare con altri territori. Un maggior numero di aziende imbottigliatrici artigiane consente infatti una maggior valorizzazione del prodotto e del territorio, prodotti più riconoscibili e vocazionali, più opportunità di sviluppo in ambito enogastronomico ed enoturistico, nuove opportunità imprenditoriali ed occupazionali. Per questo Il Consorzio propone di attivare interventi che supportino la nascita di nuove aziende capaci di svolgere al proprio interno l’intero ciclo produttivo, dalla campagna alla bottiglia: per esempio attraverso specifici contributi o sgravi fiscali, attraverso premi di insediamento maggiorati, attraverso aiuti per l’acquisto di macchinari per la trasformazione del prodotto o per la creazione di una cantina di trasformazione, attraverso la creazione di un incubatore nel quale condividere la fase di start-up e i costi fissi di avviamento dell’impresa.
Sostegno all’attività di formazione, ricerca e consulenza della FEM: il settore vitivinicolo è un settore complicato, in continua evoluzione, fortemente soggetto ai grandi mutamenti ecosistemici. In tal senso risulta fondamentale investire in conoscenza, in formazione, in ricerca e nelle azioni di trasferimento e consulenza. Il Consorzio sottolinea dunque l’importanza strategica della FEM e chiede che siano adeguatamente finanziate le sue unità ed attività, con particolare riferimento all’unità di agricoltura biologica.
Agricoltura biologica: il futuro dell’agricoltura di montagna, e della vitivinicoltura in particolare, non può che essere orientato alla qualità, alla sostenibilità e alla salubrità dei prodotti e delle produzioni. Vanno in tal senso favorite, supportate ed incentivate il più possibile le azioni volte alla transizione verso metodi di agricoltura biologica. In questo quadro il Consorzio chiede che siano previste in tutti i bandi maggiori premialità per le aziende biologiche o in conversione e che siano attivati specifici incentivi per supportare la conversione di sempre più aziende verso la produzione biologica.
Il documento del Consorzio si chiude con un invito ad un maggior riconoscimento, nei bandi PSR e OCM, delle aziende – e loro Consorzi o Associazioni – che come i Vignaioli trasformano e commercializzano in maniera autonoma il proprio prodotto, nonché uno sforzo per ridurre il più possibile l’enorme mole di burocrazia a cui sono sempre più costrette le aziende agricole, mettendo in difficoltà specialmente le più piccole.