DOC delle Venezie: grande attesa a Prowein per la nuova DOC del Pinot grigio italiano

La giovane denominazione dell’Italia di nord-est debutta in anteprima mondiale a Dusseldorf e lancia il nuovo Pinot grigio certificato italiano.
Armani: “Molta curiosità e interesse da parte di buyer e stampa internazionale. Partiamo con il piede giusto: ottima qualità, garanzia della certificazione, nuovo stile dell’italian pinot grigio”.Armani: “Saremo la novità più rilevante del “vigneto Italia” in fiera”

La nuova denominazione del Pinot grigio italiano, DOC delle Venezie, debutta ufficialmente a Prowein, in programma a Dusseldorf dal 18 al 20 marzo (pad. 15, stand D 41).
Sarà la novità più importante che l’Italia del vino porterà alla Prowein, tra le doc più rappresentate dalle imprese italiane presenti alla manifestazione di Düsseldorf con 60 aziende espositrici: la doc delle Venezie debutta nel migliore dei modi sulla scena del mercato mondiale del vino. “Stiamo riscuotendo molta curiosità e interesse da parte di buyer e stampa internazionale – commenta il presidente del Consorzio, Albino Armani – Partiamo con il piede giusto: ottima qualità, garanzia della certificazione, nuovo stile dell’italian pinot grigio”.

Fortemente voluta dai produttori vitivinicoli italiani delle regioni di nord-est per riorganizzare, razionalizzare, ridefinire il “fenomeno Pinot grigio” e garantire, attraverso la certificazione e l’introduzione della fascetta di Stato sulle bottiglie, la massima tracciabilità di filiera sia agli operatori dei settore che ai consumatori finali, la DOC delle Venezie si presenta sui mercati internazionali come “bandiera” della più importante area produttiva di Pinot grigio al mondo.
Quasi la metà della produzione mondiale di questo vitigno proviene dall’Italia, dove l’85% del vino si concentra tra Veneto, Friuli e Trentino. Un vino-vitigno che ha conquistato i consumatori di tutto il mondo, considerato che la quasi totalità del Pinot grigio italiano prodotto in questo areale viene venduto oltre confine: gli Stati Uniti assorbono il 37% della quota export, seguito da Gran Bretagna con il 27% e Germania con il 10%.

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Una scelta importante e di forte responsabilità della base produttiva che punta così a tutelare e valorizzare l’indiscussa italianità di questa eccellenza enologica.

“Oltre all’introduzione del contrassegno di Stato – prosegue Albino Armani – la “rivoluzione” della nuova denominazione ha favorito un marcato miglioramento qualitativo grazie alle riduzioni di resa per ettaro, alla certificazione dell’intera filiera produttiva, alla mirata attività di monitoraggio di apposite commissioni di degustazione”.

Una qualità che sta convincendo i mercati internazionali: a fine vendemmia erano già oltre 30 milioni le bottiglie prenotate dagli USA, un numero che sta crescendo in queste settimane anche negli altri mercati tradizionali importatori di Pinot Grigio italiano “ad iniziare dalla Germania – conclude il presidente del Consorzio – dove gli operatori hanno apprezzato il lavoro fatto sulla certificazione del vino e ci attendono al Prowein per poterlo degustare.”