Il prossimo 9 giugno i sommelier, quelli con la “S” maiuscola dell’AIS – e tutti gli altri mi perdoneranno, ma l’Ais è pur sempre la chiesa delle chiese – voteranno per scegliere le loro rappresentanze nazionali e territoriali.
Andranno alle urne anche oltre 500 sommelier trentini.
Ma questa volta non sarà come le altre volte. I sommelier di Trento e delle valli potranno scegliere fra due candidati alla presidenza, ciascuno con la sua sommellerie di contorno al seguito. A confrontarsi l’uno contro l’altra, l’attuale presidente, l’algido e impenetrabile Mariano Francesconi, che con questa candidatura si avventura verso il quarto mandato consecutivo e Rosaria Benedetti, sommelier professionista roveretana che per la prima volta tenta la scalata al vertice dell’associazione dopo anni di gavetta, degustazione dopo degustazione, vigneto dopo vigneto, cantina dopo cantina, guida dopo guida.
Non conosco i programmi dei due candidati. Non so nemmeno se i due un programma ce l’abbiano. Ma a prima vista, e per come conosco i due contendenti, mi pare uno scontro fra due profili umani e ideologici che si collocano agli antipodi. Francesconi è stato, fin qui, il presidente rigoroso di una grande e raffinata accademia, un insuperabile educatore e pedagogo del gusto; una specie di pontefice massimo e di inarrivabile maestro di cerimonia. E ha forgiata, meritoriamente, un’associazione che assomiglia ad un fortino di eletti che hanno fatto dell’estetica della tastazione una sorta di regola monastica. Ed elitaria. Irraggiungibile.
Rosaria Benedetti, per come la conosco, del vino, invece, coltiva una visione strenuamente e genuinamente territoriale e territorialista. All’estetica sensorialista, preferisce la sostanza politica e sociologica del vino. Al fortino preferisce la trincea. Allo Champagne, il Trento.
Sono due visioni che ogni tanto si sfiorano, che talvolta si toccano. Ma che preludono, a mio avviso, ad una prospettiva differente e alternativa del ruolo che una grande associazione come l’Ais può giocare in Trentino.
Non so chi vincerà questa sfida. Anche se è inutile nascondere per chi parteggio. Tuttavia, mi auguro che questo confronto, comunque vada, sia prodromico ad un cambio di rotta nella gestione politica di questa associazione. Di cui il Trentino ha bisogno e perfino nostalgia. E di cui in questi anni ha sentito una fottutissima mancanza. Perché tutti abbiamo bisogno di una chiesa. E di sentirci popolo di una chiesa. Soprattutto se la chiesa è la chiesa delle chiese. E l’Ais lo è.
LE CANDIDATURE
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
Va bè che parteggi per Rosaria, ma Mariano non è affatto algido e impenetrabile, piuttosto è rigoroso e preparatissimo, che è diverso, e io ho per lui una grande stima umana e professionale.
Per come la vedo ha più volte provato ad aprire l’associazione, incontrando ogni volta l’opposizione di membri dell’associazione stessa a cui sta bene essere e rimanere in quatro gatti. Comunque sia… che vinca il migliore!
A parte le simpatie di ciascuno, rapa, penso che sia importante che questa associazione torni ad essere protagonista dentro il contesto trentino. E questo al di la dei nomi, tutti assolutamente ineccepibili.
Vincerà sicuramente mia cugina Rosaria,un bacio Gian Franco.
insomma….!!!!
se usiamo tutta questa enfasi per i sommalier,come ci si dovrebbe esprimere quando si trattano questioni di enologi?
gli enologi,trattati spesso come i giocatori di calcio,descritti o come divi o dimenticati come i mediani portapalla.
scordando che sono loro i veri protagonisti dell’enologia(che si caricano di un sacco di responsabilità,che niente hanno a che vedere con certe serate di degustazioni al limite del ridicolo),spesso invece confusi proprio con i sommelier,che per come la vedo io sono una delle tante categorie che ruotano attorno al mondo variopinto del vino,eletti spesso ad un ruolo che non meritano.
Massì, hai ragione anonimo: ho usato un tono enfatico.
E lo ho fatto per sottolineare l’importanza, nella filiera del vino, di un soggetto qualificato che faccia da filtro fra la produzione e il consumatore finale. Credo sia un ruolo fondamentale, anche se, senz’altro, senza enologi non ci sarebbe nemmeno il prodotto. Però i sommelier, comunque, possono recitare un ruolo incisivo presso il consumatore. E in questi anni l’ais, in Trentino, questo ruolo non lo ha recitato. Si è chiusa in se stessa e ha lasciato un territorio orfano. Poi certo si può fare a meno di tutti e tutti noi siamo sopravvissuti anche senza la sommellerie ais. Ma insomma penso che un contributo importante lo potrebbe dare.
ah dimenticavo, nei prossimi giorni scriverò qualcosa anche sull’associazione degli enologi e sulla diaspora che li ha coinvolti!
grazie tiziano per la comprensione di quello che scrivendo ho voluto dire.è sempre difficile parlare di lavori e passioni che coinvolgono tante persone e tante realtà senza scadere in considerazioni faziose e poco rispettose del lavoro e dei passatempi altriui.però conoscendo abbastanza bene le problematiche,ho voluto cogliere l’occasione per sottolineare le differenze fra i vari ruoli,che spesso tanta gente confonde.