Se in una delle più raffinate ed eleganti città del Trentino, in una serata di fine primavera capita di imbattersi in una “Carta Apericena” come questa, vuol dire, secondo me, che la Provincia Autonoma di Trento ha buttato dalla finestra (nel cesso), con dolosa insipienza, milionate (tante) di euro (e continua a buttarle) investite su un marchio farlocco e spensierato (e semanticamente insignificante) come il Trentodoc, anziché investirle (le milionate di euro) sulla popolarizzazione consapevole della Denominazione TRENTO.
#seguirabrindisi (con il Prosecco, quello vero. Magari quello di Asolo)