La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti chiede un nuovo protocollo sanitario e una formazione specifica per gli ispettori ASL. Pronto un tavolo di confronto con la Società Italiana di Igiene

Le norme sanitarie del settore alimentare non vanno bene per quello del vino: serve una nuova regolamentazione e più razionalità nei controlli. È questo il pensiero di FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che nel nuovo Dossier Salute richiede un protocollo sanitario ad hoc per le cantine e una formazione specifica per gli ispettori delle ASL.
“Il nostro obiettivo – dichiara il Segretario Nazionale Saverio Petrilli – è come sempre quello di collaborare con le istituzioni. Vorremmo evitare visite inutili da parte degli ispettori delle ASL sia per non pesare inutilmente sull’erario sia per evitare di far perdere tempo e soldi ai Vignaioli. Il vino non è come tutti gli altri prodotti alimentari, per questo chiediamo che gli venga riconosciuta la sua specificità”.
Molti gli spunti e i punti critici della normativa riportati nel dossier: dalla presenza della muffa nelle cantine, alla gestione del manuale HACCP fino alla conservazione delle bottiglie.
Il dossier Salute diventerà il punto di partenza di un dialogo fra la FIVI e il dott. Sandro Cinquetti, Presidente della sezione Triveneto della Società Italiana di Igiene. Lo scopo è quello di attivare in tempi rapidi un confronto tra dirigenti esperti di igiene pubblica e igiene degli alimenti per arrivare a stendere le linee guida sui processi di produzione di vino. Il tutto sfocerà anche in una pubblicazione scientifica riguardante gli aspetti igienico-sanitari applicabili agli stabilimenti di produzione e imbottigliamento di bevande alcoliche.