C’è il Trentino.
Poi c’è la Valle di Cembra.
Che è il Trentino che vorrei.
Il Trentino come lo vorrei.
Un topos enologico racchiuso tutto, o quasi, in queste tre bottiglie.
Vigna di Cancòr 2015 – Cembra Cantina di Montagna – Trentino Doc: la perfezione accademica, da manuale, della varietà (Riesling renano).
Oro Rosso Dosaggio Zero sboccatura 2019 – Cembra Cantina di Montagna – Trento Doc: la perfezione, elegantissima, del Metodo (classico).
Vigna delle Forche 2016 – Cembra Cantina di Montagna – Trentino Doc: la perfezione del terroir che doma la varietà (Mueller Thurgau) e la fa propria. Intimamente.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Che marchettata di articolo! La Valle di Cembra non è solo una cantina, di produttori bravi ce ne sono tanti, avrebbero meritato menzione anche loro. Che pena, altro che tutela del territorio, qui si fa solo pubblicità ad una singola cantina… Almeno l’articolo chiamalo CANTINA DI CEMBRA e non VALLE DI CEMBRA
Chiedo scusa, a Nativo Cembrano e a tutti i cembrani che si sono sentiti in qualche modo colpiti. Il breve post è nato occasionalmente, perché occasionalmente e casualmente un amico di Milano ha stappato queste tre bottiglie durante una serata fra sodali. Mi sono sembrate capaci di rappresentare la perfezione e il territorio: non della cantina che le ha prodotte (in cui fra l’altro non ho mai messo piede e da cui non ho mai ricevuto alcunché: semmai in passato ho contestato violentemente il gruppo a cui appartiene e non me ne pento) ma dell’intera valle, della comunità e del lavoro collettivo che la sostiene. Una valle, e chi mi conosce lo può testimoniare, che non ho mai nascosto di considerare nella sua interezza come il più bel distretto vinicolo della provincia (insieme alla valle dei laghi). Insomma l’intenzione, se si vuol credere alla mia buona fede, era usare queste tre bottiglie iconiche per raccontare del mio apprezzamento per tutta la comunità vitivinicola cembrana. E per farlo mi sono affidato ad una sineddoche. Ma se non sono riuscito a veicolare il messaggio, chiedo sul serio scusa. Sperando sia almeno si percepisca la buona fede.
Saluti
Tiziano