(elaborazione grafica a cura di Paola Attanasio)

La notizia dei goduriosi piaceri enologici coltivati in pubblico dall’assessore proseccarolo al Turismo della Provincia di Trento, ieri  sul web è diventata virale e oggi è finita sulle prime pagine dei più composti quotidiani locali.
Uno svaccamento comunicativo, che fa male prima di tutto al Trentino e che l’assessore provinciale avrebbe potuto evitare alla grande, se non avesse reagito, come invece ha reagito, con la stessa goffaggine di un adolescente smanioso, sgamato a sfogliare giornaletti porno nei bagni della scuola dell’obbligo.
Sarebbe bastata un’autocritica (ah già, ma quello dell’autocritica è un esercizio  da comunisti o tutt’al più da cattolici in tempi di pentimento) o evocando l’effimera leggerezza di una domenica in famiglia. Sarebbe bastato, comunque, un filo d’ironia. E d’eleganza.
A questo punto, cosa dire ancora? Con rispetto parlando, e anche con immutata stima coltivando, mi sento di suggerire all’assessore proseccarolo di guardarsi intorno. E di affidare la cura della sua immagine, che voglia o non si voglia è anche quella del Trentino, ad un bravo professionista. Ad un lookmaker che sappia fare il suo mestiere. In Trentino non mancano.
Ce ne sono, in Trentino, di bravi professionisti dell’informazione e della controinformazione. Maestri di Giornalismo e di comunicazione, con la “G” maiuscola e la “c” minuscola. Anche nella sua area politica. Ne cito solo un paio, quelli che per me sono sempre stati, e continuano ad essere, modelli irraggiungibili: Ettore Zampiccoli e Diego Decarli.
Li cerchi assessore, si faccia da loro consigliare. E da loro acconciare al viver del mondo.
Fra l’altro, uno bazzica più o meno nell’area culturale a cui lei si ispira (?). Più o meno. Ed è bravo, anzi insuperabile, quando ci sono di mezzo le politiche turistiche. E l’altro, con altrettanta provata competenza, bazzica con  consumata confidenza e consolidata abitudine dalle parti di via Romagnosi. So che non le sarà difficile contattarli.
Sono sicuro che se in futuro la sua immagine dovesse essere ridisegnata da professionisti come loro, non ci sarà più trippa per gatti. E nemmeno lavoro per i modesti cronisti di campagna come me. Si fidi. Ne ha bisogno. Come il pane. E come il Prosecco.

#seguirabrindisi