Voglio esprimere alcune brevi considerazioni alla luce della partecipazione al corso ABC del Vino. Faranno sicuramente cadere le braccia ai maestri che abbiamo avuto e all’ideatore – animatore, ma le faccio ugualmente, in tutta la mia ingenuità e grossolanità di gusti, di cui sono perfettamente consapevole. In riferimento in particolare alla disanima dei vini rossi, si parla di ricordo di gusto di mora, ciliegia, prugne cotte, fragola e, se barricato, di vaniglia, pepe di vari colori, legno più o meno stagionato, sia che si parli di Teroldego, Barolo, Primitivo, Barbera, Sangiovese, tanto per citare i primi rossi che mi vengono in mente. Quindi, facendo una semplificazione notevole, tutte le uve rosse da cui provengono i vini sono quasi uguali per i sapori e profumi. Una delle aspirazioni che avevo prima del corso era di incominciare a riuscire ad individuare i vini da monovitigno ad occhi chiusi e a bottiglie schermate: aspettativa che è venuta meno. Quindi il vecchio detto da semplici bevitori “basta che sia rosso“… non è poi cosi peregrino e becero. Cosa ne dite?