È bello scoprire divertenti emozioni figlie del territorio che agisci spesso malvolentieri e che non sempre ami e apprezzi come forse meriterebbe. Capita con questo Metodo Classico Rosa (Brut Oxenreiter Rosé, blend da uve Chardonnay -40- e Pinot Nero -60- coltivate sulle pendici del Monte Baldo poco a valle di Brentonico) stappato nei primi giorni di quarantena. Anzi no: proprio nel giorno sfigato del contagio. La vaghissima buccia di cipolla trapuntata da un perlage ordinato ed elegante colora delicatamente il calice e lo rende subito ammiccante e simpatico. Trasmette con immediatezza una sensazione visiva di timida freschezza primaverile che si lascia accarezzare dai primi tepori. Il naso e il palato sono coerenti di lieviti e fruttini rossi che prevalgono grazie al P.N. e si muovono sui registri dell’acidità di montagna e di un moderato dosaggio zuccherino che in bocca si sente lieve, pur senza appiccicare. Il risultato è estremamente piacevole e giocoso, per un vino che si intuisce autentico ed estraneo a tentazioni velleitarie esclusiviste ed escludenti. #territoriocheresiste

È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.