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Non ne parla nessuno, ed è strano. Sono arrivato con il fiato corto al Vinitaly (metaforicamente, perché in stazione sono arrivato con buon anticipo) e cerco notizie o indicazioni su Internet. Gli anni scorsi, negli anni da 5 a 1 ante Covid, in cui avevo cominciato a interessarmi al vino con un piglio un po’ meno da dilettante, fiorivano guide,

Così i cinesi sbarcano in Italia, con i vini di Château Changyu Moser XV: un po’ come vendere ghiaccio agli eschimesi, verrebbe da dire. Lo annuncia il Sole 24 ore (L’eccellenza del vino cinese approda sul mercato italiano”). Questa estate avevamo avuto un’anteprima, grazie a un mio nipote che vive in Cina. Moser XV Legend Cabernet Sauvignon Blanc de Noir,

Ci sono quelle serate di presentazione dei vini a cui si va perché vini e produttori ti sono ignoti e li vuoi conoscere; e ci sono quelle presentazioni cui si va perché i vini già li conosci, e ci vai perché hai voglia di ritrovarli. Questa era appunto una di quelle occasioni, i vini li conoscevo già, li avevo bevuti

Ed ecco, non ci sono più eventi, non più serate, le bottiglie raccolte in casse che viaggiano per corriere quelle sì, ci sono. I territori debolmente resistono, facendosi spedire. Ma chissenefrega delle mie degustazioni di bottiglie randagie su furgoni: rimane la memoria, rimangono quei post che non ho scritto, per pigrizia o per mancanza di energia, quando i pensieri sono

Non ce n’è uno. Nella serata dedicata dalla Fisar Milano alla guida alle 100 migliori bollicine di Slow Wine non c’è un Trento, a pagarlo a peso d’oro. Credo che per questa serata siano state usate le bottiglie che i produttori avevano mandato per Fermento, ma che erano rimaste chiuse; c’è anche in programma di usarli, questi vini rimasti, per

Era un pezzo che speravo di fare quattro chiacchiere con Marta Mondonico, sapevo che era un serbatoio di storie: storie di vino e di tenacia e di intuito, del caso che diventa passione e, dopo un po’, ti scorre nelle vene. Quindici anni fa o poco più, mi racconta, lei e il marito comprano questa casa nella Bergamasca, con un

Mi hanno guardato strano, al Castello di Grumello. Perché la Merera? Potevo scegliere in omaggio il vino che volevo: avrei potuto chiedere, che ne so, il magnifico Moscato. Il Colle Calvario, il bordolese un gradino sotto il cielo, era fuori discussione: lo avevo già. E invece, la Merera Brolo dei Guelfi 2015, quel vino insolito, un vitigno autoctono del Bergamasco

Un vino affilato, fresco e sapido; “un vecchio marinaio che, anche quando si allontana dal mare, lo guarda con nostalgia”. Il Vermentino, un vitigno sano che ama il caldo, è stato protagonista di una serata di degustazione organizzata da Fisar Milano, con Vermentini di Corsica, Sardegna e Liguria. Mancava la Toscana, ma già così era un gran bel panorama e

Risolto il mistero del post sparito, o almeno così penso. Era un post con questo stesso titolo, ma nel titolo non era nominato il gomito, bensì un’altra parte del corpo: espressione colorita, lo ammetto, ma icastica, efficace. Tutto sommato un post piacevole, che trattava di vino come mio solito, di una serata trascorsa tra Pinot nero di Oregon, Francia e

Il tempo è tiranno, d’accordo, ma come si fa a non raccontare una cosa del genere, i tagli bordolesi bergamaschi che si misurano con i Cru Classé bordolesi (tre Grand Cru e un 3me Cru) in un confronto alla cieca. Confronto impari sulla carta, e sicuramente lo è, ma per poco gli Châteaux non fanno la fine di Golia. Siamo a tenuta



