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Dalla cantina emerge una bottiglia presa un paio di anni fa. Ho i postumi di un’influenza e il naso mezzo chiuso, ma il vino me lo buca. Agrumi, dell’erbaceo di erbe amare, una leggera pietra focaia, fiori e frutta bianca matura. In bocca ha corpo e morbidezza; l’acidità bilancia, ma non prevale. È un incrocio stravagante di memorie questo Pinot
La scritta sul muro è sbiadita dal tempo, al punto che devo passare due volte prima di capire che sono arrivato. Segno di stasi, di stabilità, mi dico. Due sono i casi possibili: o è un’azienda morta, o è talmente radicata nel territorio e possente da non aver bisogno di scritte. Di sicuro, nei primi giorni di chiusura per ferie
Ma come diavolo fa un Pinot Grigio a sapere di ananas, mandarino, pietra, accenni di burro, spezie dolci: al punto da chiedersi se per caso fa legno (no, non ne fa)? Morbido, come deve essere un Pinot grigio, ma con una bella acidità e un corpo robusto. Sarà forse perché non è uno dei soliti Pinot Grigo di valle industriali,
Faceva un caldo boia, le valigie erano pesanti e il sole al tramonto si infilava sotto la visiera del berretto. I traghetti e gli aliscafi erano in fila in attesa al porto di Trapani; il caldo del giorno maturo arrivava dall’asfalto, dai muri, dalle cose. Avevamo perso per una manciata di secondi l’aliscafo, il penultimo, per Favignana. Un’altra ora di
Non ne parla nessuno, ed è strano. Sono arrivato con il fiato corto al Vinitaly (metaforicamente, perché in stazione sono arrivato con buon anticipo) e cerco notizie o indicazioni su Internet. Gli anni scorsi, negli anni da 5 a 1 ante Covid, in cui avevo cominciato a interessarmi al vino con un piglio un po’ meno da dilettante, fiorivano guide,
Così i cinesi sbarcano in Italia, con i vini di Château Changyu Moser XV: un po’ come vendere ghiaccio agli eschimesi, verrebbe da dire. Lo annuncia il Sole 24 ore (L’eccellenza del vino cinese approda sul mercato italiano”). Questa estate avevamo avuto un’anteprima, grazie a un mio nipote che vive in Cina. Moser XV Legend Cabernet Sauvignon Blanc de Noir,
Ci sono quelle serate di presentazione dei vini a cui si va perché vini e produttori ti sono ignoti e li vuoi conoscere; e ci sono quelle presentazioni cui si va perché i vini già li conosci, e ci vai perché hai voglia di ritrovarli. Questa era appunto una di quelle occasioni, i vini li conoscevo già, li avevo bevuti
Ed ecco, non ci sono più eventi, non più serate, le bottiglie raccolte in casse che viaggiano per corriere quelle sì, ci sono. I territori debolmente resistono, facendosi spedire. Ma chissenefrega delle mie degustazioni di bottiglie randagie su furgoni: rimane la memoria, rimangono quei post che non ho scritto, per pigrizia o per mancanza di energia, quando i pensieri sono
Non ce n’è uno. Nella serata dedicata dalla Fisar Milano alla guida alle 100 migliori bollicine di Slow Wine non c’è un Trento, a pagarlo a peso d’oro. Credo che per questa serata siano state usate le bottiglie che i produttori avevano mandato per Fermento, ma che erano rimaste chiuse; c’è anche in programma di usarli, questi vini rimasti, per
Era un pezzo che speravo di fare quattro chiacchiere con Marta Mondonico, sapevo che era un serbatoio di storie: storie di vino e di tenacia e di intuito, del caso che diventa passione e, dopo un po’, ti scorre nelle vene. Quindici anni fa o poco più, mi racconta, lei e il marito comprano questa casa nella Bergamasca, con un